Rubate le uova delle oche del Canalbianco: animalisti indignati

Giovedì 18 Agosto 2022 di Guido Fraccon
Le oche del Canalbianco ad Adria

ADRIA - Non saranno famose come le oche del Campidoglio, sacre a Giunone, ma anche le oche del Canalbianco esercitano comunque il loro fascino. Le loro uova infatti vanno a ruba. Qualcuno, approfittando del favore delle tenebre, ha rubato quelle che uno dei pennuti stava covando. E non sarebbe la prima volta. Episodi simili, al confine tra realtà e leggenda, erano stati segnalati una decina di anni fa quando la colonia degli animali acquatici, tra cigni ed oche, era molto più numerosa. Allora si parlava anche di una sorta di “mercato nero delle uova”.

LA DENUNCIA

«Sono sparite le uova che l’oca covava da giorni» denuncia Antonio Franzoso, ex dipendente dell’Ulss 5 e sensibile a tutte le tematiche legate al mondo animale. Da attento osservatore, immancabile il suo giro in bicicletta sia alla mattina che alla sera lungo l’asta del fiume che taglia in due la comunità del Groto, nella tarda serata di martedì si è accorto dell’insolito furto. «Adria non può essere segnalata per questo ma una taglia per mettere alla berlina il miserabile gesto ci starebbe. Mi avevano parlato di ladri di uova dai nidi, ma io pensavo fosse la solita favola. In realtà non è proprio così. Siamo davvero messi male».

L’ATTENZIONE

Per fortuna c’è chi, oltre a Franzoso, pensa al benessere di questi animali e quando al mattino si avventurano in una passeggiata per le strade ancora deserte della città. Dedica loro le attenzioni, Antonio Zerlottin del bar de La Pina di piazza Cavour. iI furto di uova certificato è una novità per Adria come fu certificato, il 24 dicembre 2017, il tentativo di rubare un cigno e di metterlo in pentola. Autore del gesto un cinese, residente a Cavarzere, che voleva regalare alla sua famiglia un piatto da re. Voleva cucinare per i suoi cari un cigno arrosto, forse servito con varie salse o ripieno, un po’ come succede in America, con il tacchino del giorno del Ringraziamento. L’uomo era stato fermato all’altezza di località Piantamelon, sulla sponda opposta alla caserma dei Vigili del fuoco, mentre si stava allontanando con il pennuto in braccio. Il cigno era stato tramortito e il cinese stava per portarselo a casa. Secondo l’allora primo cittadino Massimo Barbujani quel furto aveva svelato il mistero della sparizione di diversi cigni e di altri volatili. La posizione del cinese fu segnalata, il cigno fu salvato e recuperato dalla Polizia locale. Alle spiegazioni richieste l’uomo aveva ha provato a difendersi dicendo che l’animale era suo e che se l’era portato in braccio da Cavarzere.
I cigni sono stati per lungo tempo un cibo molto gradito e consumato nelle famiglie reali inglesi per esempio nella dinastia Tudor e in particolare alla corte di Enrico VIII ed Elisabetta I d’Inghilterra. Per quanto possa sembrare curioso, nel Regno Unito i cigni sono considerati proprietà della Regina fin dal XII secolo ed i membri della famiglia reale sono le sole persone ufficialmente autorizzate a cacciarli e a mangiarli. Proprio a quell’epoca risale la tradizionale cerimonia dello “Swan Upping”. Ogni anno alcuni cigni vengono catturati sul Tamigi e poi marchiati e rilasciati. Oggi è un rito piuttosto simbolico.
 

Ultimo aggiornamento: 07:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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