A 85 anni costretto a percorrere 200 chilometri per una lastra all'anca

Mercoledì 3 Aprile 2019 di Nicola Astolfi
A 85 anni costretto a percorrere 200 chilometri per una lastra all'anca
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ROVIGO - Ridurre i tempi di attesa, o i chilometri da percorrere per avere la prestazione in ospedale, è la scelta che ha dovuto fare un anziano polesano, e con lui il genero residente a Padova, che l'ha accompagnato a sottoporsi a un esame radiologico per un dolore acuto all'anca. La radiografia gli serviva il prima possibile, spiegano in una lettera familiari dell'ottantacinquenne, per avere una prognosi che possa dire all'anziano cosa fare e per evitare l'antidolorifico che continua a prendere per alleviare il dolore. Da Bagnolo di Po, dove abita l'85enne, l'ospedale di Trecenta è a tre chilometri di distanza. Ma quando è stato il momento di prenotare l'esame, la risposta dal Cup è stata che al San Luca la prima disponibilità per fare la radiografia era maggio. Mentre l'ospedale con i minori tempi d'attesa era Adria. Per l'anziano, la distanza da percorrere è passata da 3 chilometri all'andata e 3 al  ritorno, a 51 all'andata e 51 al ritorno. Anche per il genero, che abita a Padova, è aumentata di conseguenza, e questo l'ha indotto a rivolgersi al Il Gazzettino per chiedere: «Vorrei cortesemente sapere se è normale e corretto che una persona di 85 anni, mio suocero, residente a Bagnolo di Po, debba essere accompagnato all'ospedale di Adria, facendo oltre 100 km fra andata e ritorno, per sottoporsi a una semplicissima radiografia all'anca? L'assurdo è che abita a circa 3 km dall'ospedale di Trecenta, ma qui la disponibilità è solo a maggio!».

CATEGORIA DEBOLE
L'anziano e il genero rivendicano, per l'accesso alle prestazioni specialistiche, maggiore attenzione per i cittadini più fragili, sia rispetto ai limiti temporali sia per evitare che lo spostamento del paziente sia eccessivo dal luogo di residenza, per ottenere la prestazione. Nella lettera, il genero aggiunge: «Altra assurdità, tempo di risposta: esame effettuato il 29 marzo e risposta disponibile dall'8 aprile, dopo ben 10 giorni! Nel frattempo giù Tachidol per i dolori!!! Per completare il quadro, la risposta bisogna andarla a ritirare direttamente ad Adria, altro centinaio di chilometri, in quanto non può essere spedita per raccomandata o corriere a spese del destinatario e nemmeno per posta elettronica». E conclude: «Così funziona la tanto decantata sanità della Regione Veneto?».

ORGANIZZAZIONE SANITARIA
Il Portale Sanità Regione del Veneto ricorda che Il Servizio sanitario nazionale ha tra i suoi principi fondamentali quello di tutelare la salute dei cittadini, garantendo l'accesso equo alle prestazioni, in base al bisogno di salute. E che come qualunque organizzazione, deve però agire nel rispetto delle risorse disponibili. Questo vincolo - si legge nella pagina online dedicata al diritto alle prestazioni e i tempi di attesa - è oggi in forte difficoltà a causa della crescente domanda di prestazioni da parte dei cittadini. Nella stessa pagina, si precisa che viene garantita la prestazione, ma non la sede e tanto meno uno specifico medico; pertanto, al cittadino che richiede una prestazione al Cup viene offerta la prima data disponibile presso uno degli erogatori pubblici o privati convenzionati (pre-accreditati); il cittadino può non accettare la proposta e scegliere un altro tra gli erogatori disponibili, ma in tal caso perde il diritto al tempo massimo garantito. Quanto alla possibilità di ricevere il referto radiologico per posta, senza recarsi allo sportello, l'Ulss 5 precisa che il servizio non è disponibile solo temporaneamente: con il rinnovo delle casse automatiche per il pagamento del servizio sanitario, il nuovo software in uso non dà l'opzione di scegliere la spedizione del referto. Entro l'estate il software sarà aggiornato per rendere disponibile la spedizione.
Nicola Astolfi 
Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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