Addio a Remo, storico edicolante di piazza Garibaldi: una vita tra la gente

Giovedì 28 Novembre 2019
Remo Cappon davanti al chiosco di giornali in piazza Garibaldi
ROVIGO - «Remo era Remo, un simbolo, a suo modo un’istituzione». E’ morto ieri, a 58 anni, Remo Cappon, edicolante di piazza Garibaldi e prima ancora storico ortolano, nel negozio insieme al padre in via X Luglio. Malato da tempo, ieri le sue condizioni sono precipitate e, nonostante la corsa in ospedale la mattina, nel pomeriggio si è spento. Una figura che tutti, in centro, ben conoscevano. A ricordarlo con particolare affetto è Michele Mazzucato, altrettanto storico barbiere: «Siamo cresciuti insieme, suo papà e lo zio avevano due negozi affiancati in via X luglio, la latteria e l’ortolano. Lui era andato a fare il fruttivendolo a bottega dal padre quando aveva 14 anni, io che ho 60 anni, più o meno alla stessa età, ero andato a bottega da mio padre, che aveva il negozio in vicolo Canevone, dove sono rimasto fino all’85 quando mi sono trasferito sul Corso.  Siamo cresciuti insieme, abbiamo visto cambiare la piazza, Rovigo e il mondo. Dopo la morte del padre, aveva aperto l’edicola. Era benvoluto da tutti, aveva il suo modo di fare apparentemente un po’ schivo, ma aveva sempre una buona parola per tutti ed aveva il cuore grande».
Un’altra persona che non nasconde il dolore per la scomparsa di Remo è Lorenzo Paparella, ex titolare del Caffè Borsa. «Remo mi mancherà, ma mancherà a tanti. In questi giorni, che l’edicola era rimasta chiusa, molti mi avevano chiesto se sapevo cosa gli fosse successo. Era malato da tempo e, da quello che mi avevano detto, non voleva curarsi. Con la vita che faceva, sempre lì, con la pioggia, con il freddo, con l’afa, ad aprire all’alba quella che più che un’edicola era un ricovero di giornali. Era una sorta di ufficio informazioni, un personaggio atipico e amato da tutti anche se qualcuno aveva protestato per il suo modo di accatastare tutte le pile di giornali».
Nel 2012, proprio per il suo strano modo di disporre giornali, riviste e giochi, fuori dall’edicola, era stato multato dai vigili. Invece di andare in ospedale, qualche giorno fa era tornato alla sua edicola, senza avere la forza di aprire. Ma, come ogni giorno, si era seduto rigorosamente fuori, per scambiare due chiacchiere. Viveva a Sarzano, con la mamma Zefferina. Oltre a lei, lascia la sorella Lauretta e i nipoti Dario ed Enrico. Funerali non ancora fissati.
Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 12:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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