Polesine più vecchio e spopolato, gli under 14 sono solo il 10%. Rovigo torna sotto i 50mila residenti

Lunedì 20 Marzo 2023 di Francesco Campi
Polesine più vecchio e spopolato, gli under 14 sono solo il 10%. Rovigo torna sotto i 50mila residenti

ROVIGO - Il Polesine si spopola e invecchia sempre di più. Se l’età media è ormai quasi 49 anni, con appena il 10% di under 14 e quasi il 28% di over 65, il numero dei residenti in provincia, secondo il dato Istat aggiornato allo scorso novembre, è 227.673, oltre mille in meno rispetto ai 228.902 di gennaio 2022 e ben 5.755 rispetto ai 234.937 del gennaio 2019. In questo calo generalizzato, il Comune di Rovigo è sceso nuovamente sotto i 50mila abitanti, a 49.974.

Un soglia che fino alla riforma contenuta nella legge di bilancio del 2022, la prima ad aumentare le indennità dopo anni di tagli, incideva direttamente sui compensi di sindaco, presidente del consiglio e assessori. Ora non è più in discrimine. Anzi, in ogni caso, dopo essere salito a 6.826,77 euro al mese nel 2022 ed a 8.011 quest’anno, il primo cittadino di Rovigo, come quello di tutti i capoluoghi non metropolitani sotto i 100mila abitanti, percepirà 9.600 euro dal 2024 in poi.


POCA ATTRATTIVITÀ
Resta però il dato demografico sull’attrattività e la vitalità di un capoluogo, che già nel 2019 era sceso a 49.985 per poi risalire a 50.535 nel 2020 e tornare a calare a 50.379 ad inizio 2022. Al di là del capoluogo, la tendenza generale polesana è chiara. Non solo, ma vanno considerati anche i 477 residenti partiti verso l’estero, fortunatamente compensati dai 1.329 nuovi cittadini arrivati dall’estero. Senza la quota dei residenti stranieri, che ad inizio 2022 assommavano a quasi 20mila, l’8,7% dell’intera popolazione, il numero dei residenti in Polesine si avvicinerebbe paurosamente a quota 200mila.
Le previsioni demografiche, prodotte sempre dall’Istat, indicano come possibile nel 2030, secondo uno scenario medio, una popolazione provinciale pari a 216.766 residenti. Ovvero, quasi 11mila abitanti in meno nei prossimi sette anni. Una stima che segue la tendenza in atto da anni, se si considera che nel 1961 i polesani erano 277.811, a fronte di una popolazione veneta pari a 3.846.562, quindi il 7,2% dei residenti di tutta la regione, mentre oggi sono solo il 4,7%. Se per gli scenari futuri si tratta di previsioni, quindi suscettibili di variazioni anche sostanziali, quello che, purtroppo, è un dato di fatto, sono i dati demografici attuali.


ALTA MORTALITÀ
A cominciare dalla mortalità: nel 2022 si sono spenti 6.850 polesani, rispetto ai 6.578 del 2021 ed ai 6.762 del 2020. La media del quinquennio pre-pandemia, 2015-2019, era stata di 6.112 decessi annui. In ogni caso, nel 2022 non si è contato nessun decesso a Bosaro, Calto e Gavello, mentre a Bagnolo, Corbola, Fratta, Pincara, San Bellino e Villanova del Ghebbo un solo lutto. Il numero più alto di decessi, inevitabilmente, è stato a Rovigo, 79, seguito da Adria con 25, Porto Viro con 20, Castelmassa con 18, Lendinara con 17, Badia e Occhiobello con 14, Villadose con 12 e Trecenta con 11. Il mese con più decessi in assoluto dal 2015 ad oggi è stato gennaio 2021, con 412, seguito da dicembre 2020 con 398. Impossibile non leggerci una correlazione con il dilagare del Covid. A questo proposito, l’allentarsi della morsa del virus sembrerebbe essere confermata anche dal dato della mortalità dello scorso gennaio, 268 decessi, un numero non solo inferiore ai 412 del gennaio 2021 ed ai 371 del gennaio 2022, ma anche ai 286 del 2020, prima dello scoppio della pandemia, e meno anche della media 2015-2019 pari a 302.


NATI 1052 BAMBINI
E le nascite? Da gennaio a novembre dello scorso anno, ultimo dato disponibile nelle statistiche Istat, i nuovi arrivati sono stati 1.052, quasi un terzo rispetto ai morti nello stesso arco temporale, 3.051. Sostanzialmente una nascita ogni tre morti. Del resto, nel 2021 il tasso di natalità è stato pari a 5,1 per mille, a fronte di una media italiana di 6,8, mentre il tasso di mortalità è stato 14,3 per mille rispetto al 12 di media nazionale: il tasso di crescita naturale, o meglio di decrescita, è quindi il -9,2 per mille, compensato da un tasso migratori del 3,1 per mille questo più alto del 2,7 nazionale. Il numero medio di figli per donna in Polesine è passata da 1,26 a 1,06, a fronte di una media regionale di 1,29. E l’età del primo concepimento è salita a 32 anni e mezzo. Il mese con più nascite è stato settembre, 113, seguito da gennaio con 104.

Ultimo aggiornamento: 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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