Accelerata nella prevenzione: i pediatri pronti a vaccinare i ragazzi dai 12 ai 19 anni

Venerdì 20 Agosto 2021 di Alessandro Garbo
Un pediatra vaccina un adolescente

ROVIGO - Scendono in campo anche i pediatri nella campagna di vaccinazione in Polesine, per accelerare ulteriormente nella fascia 12-19 anni. I medici saranno presenti nei centri vaccinali della provincia a partire dalla settimana prossima, pronte ad accogliere i giovanissimi per somministrare il vaccino senza prenotazione. L’annuncio, in assenza del direttore generale Patrizia Simionato, lo dà il direttore sanitario Alberto Rigo.

BUONI RISULTATI
«La campagna di vaccinazione ora sta andando bene e la popolazione sta dimostrando buona sensibilità: se facciamo un focus sulla fascia 12-19 anni, siamo al 56% di vaccinati con una stima all’otto settembre che arriva al 63%, nell’età pediatrica 12-15 anni siamo al 40%. Faccio notare che nell’ultima settimana quasi 250 giovani si sono presentati senza prenotazione per fare il vaccino, è un buon numero nella settimana di Ferragosto. Ringrazio i pediatri per l’adesione compatta e convinta».

L’IMPEGNO
A insistere sull’importanza della prevenzione nelle fasce più giovani è Massimo Pasqualini, segretario provinciale della Fimp, rappresentanza dei camici del settore pediatrico. «I colleghi hanno aderito al 100% e l’obiettivo è vaccinare il più possibile entro l’avvio dell’annata scolastica. Il percorso sarà abbastanza snello, in ogni hub ci sarà un box dedicato e tutte le informazioni per le famiglie saranno sul sito dell’Ulss 5. Dobbiamo sfatare un mito, perché il virus colpisce anche i bambini e ci sono state delle vittime durante la pandemia. Abbiamo accolto a braccia aperte l’invito dell’azienda sanitaria di riservare una sezione esclusiva di competenza pediatrica negli hub vaccinali della provincia».
Pasqualini osserva che «la vaccinazione salva dai ricoveri e dagli ingressi nelle Terapie intensive, dopo la seconda dose vengono ridotte drasticamente le possibilità di contrarre il virus».

NO ALLE SOTTOVALUTAZIONI
Il dottor Simone Rugolotto, primario di pediatria dell’ospedale di Rovigo, avverte che «le abitudini del virus cambieranno radicalmente e potrebbe colpire le persone ora maggiormente esposte, come bambini e ragazzi che tra lockdown e didattica a distanza sono rimasti isolati lo scorso anno». Una statistica da non sottovalutare: «Su quattro milioni di italiani che hanno contratto la malattia, il 5% dei bambini coinvolti è nella fascia 1-10 anni, il 10% nei successivi dieci: sono percentuali destinate ad aumentare in vista del nuovo anno scolastico in presenza».
Rugolotto porta un ulteriore esempio. «A Rovigo, pochi giorni fa, un ragazzino ha avuto una Misc (Sindrome infiammatoria multi-sistemica) collegata al Coronavirus, ce ne siamo accorti analizzando gli anticorpi. Non vogliamo terrorizzare nessuno, ma il virus agisce su tutte le fasce d’età e possono ripresentarsi i soliti sintomi: febbre, tosse e diarrea».
L’approfondito intervento del primario di pediatria tocca un altro ambito. «Insistiamo sulle vaccinazioni per le donne in gravidanza, è un’altra categoria molto importante. Non sono mai arrivate controindicazioni particolari a riguardo».
Quando verrà dato il via libera per gli Under 12? A rispondere è Pasqualini. «Bisogna aspettare le autorizzazioni, ma con i vaccini dai neonati e fino ai 12 anni si può raggiungere un’ampia fetta della popolazione. Anticipo che pure in questo caso, i pediatri hanno dato piena disponibilità a vaccinare gli under 12 quando sarà consentito».

IMPATTO SOCIALE
La dottoressa Paola Casson, alla guida dei Servizi sociali, affronta un’ulteriore tematica. «Un altro obiettivo, oltre alla vaccinazione che è di natura sanitaria, è mantenere la frequenza scolastica in presenza. Nell’ultimo anno, causa Dad, si sono creati gap culturali di apprendimento e socializzazione. Frequentare la scuola, mantenere la capacità di apprendimento, evitare problemi psichici tra i giovani, sono obiettivi importanti».

Ultimo aggiornamento: 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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