Non vede i figli da due anni, minaccia di buttarsi. Il giudice glieli fa incontrare

Giovedì 7 Marzo 2019
Non vede i figli da due anni, minaccia di buttarsi. Il giudice glieli fa incontrare
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ROVIGO - Con un gesto plateale, il 13 febbraio scorso, giorno del suo 38. compleanno, era salito sul ponte di Boara, scavalcando il parapetto e minacciando di buttarsi. «Senza i miei figli non ho più niente», aveva ripetuto ai mediatori che gli si erano avvicinati per farlo desistere. La sua disperazione, aveva spiegato a chi lo ha avvicinato, in particolare al pubblico ministero di turno Daniela Randolo, perché l'uomo, originario dell'Albania e residente a Solesino, aveva chiesto di parlare con un magistrato, era dovuta al fatto che da circa due anni non riuscisse a vedere i propri bambini, che erano stati affidati alla madre e presi in carico dai servizi sociali. Il sostituto procuratore gli aveva promesso che si sarebbe interessata del suo caso e che avrebbe fatto in modo che se non fossero presenti motivi ostativi, gli avrebbe permesso di incontrare i suoi figli. Cosa che si è concretizzata proprio martedì, grazie all'impegno del pm rodigino che ha cercato di sbloccare una situazione che non aveva apparente  motivo di trovarsi come sospesa in un limbo di incertezza. Una denuncia per maltrattamenti in famiglia che era stata sporta nei confronti dell'uomo, infatti, era stata archiviata dal giudice per le indagini preliminari ormai un anno fa, l'8 marzo del 2018, mentre nel frattempo il Tribunale dei minori di Venezia si era pronunciato già due volte, a ottobre e gennaio, invitando i Servizi sociali a permettere al padre di vedere i propri figli almeno due volte a settimana. Questo diritto che gli era stato riconosciuto sulla carta, ma negato nei fatti, era diventato un peso insostenibile per il 38enne.
POMERIGGIO DI PAURALa minaccia di suicidio aveva visto mobilitarsi polizia, carabinieri, vigili del fuoco, polizia locale e Suem, e aveva mandato in tilt la viabilità. A destare scalpore, tuttavia, era stato il fatto che di fronte al gesto di disperazione, qualcuno degli automobilisti rimasti bloccati in attesa della riapertura del ponte, chiuso precauzionalmente, avesse incitato l'uomo in equilibrio precario su una tubazione a lanciarsi, in modo che venisse ripristinata la viabilità sulla Statale 16 a cavallo fra Boara Polesine e Boara Pisani. Il ponte era stato interdetto al traffico più o meno dalle 16.30 alle 19. Al momento non risultano denunce né nei confronti dell'uomo che secondo qualcuno avrebbe potuto essere indagato per interruzione di pubblico servizio, ma nemmeno per istigazione al suicidio nei confronti delle persone che avevano urlato al 38enne di buttarsi di sotto.
Francesco Campi
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