Svelate le nuove grandi mostre: tra Robert Capa e Renoir spunta anche il rugby

Giovedì 30 Giugno 2022 di Nicola Astolfi
Un quadro di Pierre-Auguste Renoir
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ROVIGO - La nuova stagione di mostre promosse dalla Fondazione Cariparo insieme a Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi inizia il prossimo 8 ottobre con la monografica “Semplicemente Robert Capa”, che terminerà il 29 gennaio e a palazzo Roverella lascerà il testimone a “Renoir e l’Italia”, dal 25 febbraio al 25 giugno 2023. Mentre a palazzo Roncale, con “Rugby. Rovigo città in mischia” - dal 22 ottobre al successivo 26 febbraio - arriverà l’occasione per capire, e far capire, l’unicità del rugby in Polesine. 
Dopo i successi del terzetto Doisneau (35.612 visitatori), Kandinskij (88.850) e Giovanni Miani (oltre 13.000), «non sarà facile confermare questi record, arrivati anche in un momento complesso», commenta il presidente della Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro. Ma è certo che «la rigorosa continuità culturale sarà la direttrice anche per il prossimo decennio, visto che siamo in fase di rinnovo della convenzione», ha annunciato Muraro, ieri, a palazzo Roncale (guardando già al futuro della gestione di palazzo Roverella, che ospita le mostre temporanee promosse dalla Fondazione), al momento di presentare i nuovi tre eventi in cartellone che puntano a bissare gli storici recenti risultati. 

ARTE E FOTOGRAFIA 

Intanto si comincia dalle conferme. “Semplicemente Robert Capa” sarà curata da Daniel Bauret, che ha “firmato” la retrospettiva su Doisneau. Così come Paolo Bolpagni, curatore della mostra su Kandinskij, firmerà anche “Renoir e l’Italia”, pensata per raccontarne la produzione dal Grand tour iniziato nel 1881 fino alle opere della vecchiaia. È la fase in cui Renoir elaborò una personale forma di classicismo anticipando «molta della pittura che si sarebbe sviluppata tra le due guerre»: per questo la mostra curata da Bolpagni metterà l’artista francese anche a confronto con opere di pittori degli anni ‘20 e ‘30 del Novecento, per far risaltare ulteriormente la moderna classicità di Renoir. 
Al Roverella “Semplicemente Robert Capa” offrirà uno sguardo sulle tappe principali della produzione del “miglior fotoreporter di guerra del mondo”, secondo la definizione che nel 1938 coniò la rivista inglese Picture Post. Ma andrà “oltre la guerra” affiancando alle rappresentazioni delle battaglie, anche ritratti di gente comune e di storie lontane dai conflitti. Ovvero le immagini che fecero dire a John Steinbeck: “Robert Capa è in grado di fotografare il pensiero”. Il pubblico a palazzo Roverella potrà ammirare anche riproduzioni di provini e pagine dei quaderni di Capa (dalla Bibliothèque nationale de France e dall’agenzia fotografica Magnum), pubblicazioni dei suoi reportage sulla stampa francese e americana, estratti dai suoi testi sulla fotografia e pure estratti dal film “Get the picture”, in cui il fotoreporter John Morris commenta documenti che mostrano Capa in azione. 

UNA CITTÀ IN MISCHIA

Dopo i 14.997 visitatori per “La grande alluvione” e gli oltre 13mila per Giovanni Miani, palazzo Roncale accoglierà la mostra curata da Ivan Malfatto, Willy Roversi e Antonio Liviero “Rugby. Rovigo città in mischia”. Non sarà solo la celebrazione di partite e vittorie perché - ha spiegato il presidente Muraro - «il rugby appartiene a questa terra come in nessun’altra parte d’Italia». 
Le novità non arrivano solo dalle rassegne. Ieri gli interventi del soprintendente Vincenzo Tinè, del direttore del Dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Padova Jacopo Bonetto e del professor Michele Cupitò, del sindaco di Ariano nel Polesine, Luisa Beltrame, e del presidente del Cpssae, Paolo Bellintani, hanno annunciato che dal progetto della Fondazione Cariparo per la valorizzazione delle aree archeologiche del Polesine, si attendono scoperte importanti su molti aspetti della vita quotidiana negli abitati protostorici di Frattesina, Campestrin e Villamarzana. Inoltre, a San Basilio si interverrà con opere di restauro e manutenzione dell’area archeologica adiacente al Centro turistico culturale, e con campagne di scavi nell’abitato arcaico e nella villa romana dove anche gli scavi svolti tra maggio e giugno, con il recupero tra l’altro di 290 monete, confermano la tesi che fosse parte di un vicus con importanti attività commerciali. 
 

Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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