Il Comune "sfratta" i gatti: sollevazione popolare e raccolta di 400 firme

Domenica 17 Giugno 2018 di Ilaria Bellucco
Una delle "casette" per i gatti di Lendinara
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LENDINARA - Il Comune dà lo “sfratto” ai mici della colonia felina di piazzale Duomo e scatta la mobilitazione. Quattrocento persone firmano la petizione di protesta contro l’azione ritenuta illegittima e chiedono che gli animali possano di nuovo aver riparo. 
È singolare la vicenda che sta prendendo corpo in queste settimane nei giardini davanti al duomo di Santa Sofia, dove esiste una colonia felina composta da circa dodici gatti e regolarmente registrata dal 2014 presso l’Ulss 5.   Dei mici, tutti sterilizzati, si prendono cura amorevolmente due volontarie che forniscono a proprie spese cibo e cure veterinarie, spesso molto costose. 
COLONIA SFRATTATA
Ora però, secondo l’amministrazione i felini non possono più restare: dal municipio è stato intimato alle volontarie di rimuovere le “casette” che offrivano riparo ai gatti, che così si sono dispersi. Ne sono rimasti cinque. Una situazione che le volontarie hanno segnalato in una lettera inviata sia al sindaco Luigi Viaro sia al Servizio igiene allevamenti e produzioni zootecniche dell’Ulss 5 Polesana. La lettera è accompagnata dalle firme di circa quattrocento cittadini che esprimono opposizione e contrarietà per la scelta degli amministratori locali e chiedono che la colonia possa tornare dov’è sempre stata. 
«Siamo a denunciare l’intervento dell’amministrazione di Lendinara che sta determinando la dispersione della colonia felina, con conseguente pregiudizio per l’incolumità e il benessere degli animali che la compongono – scrivono – La colonia era costituita da tre piccoli rifugi in polistirolo, allestiti per difendere gli animali da freddo e pioggia. Tutti i gatti erano stati opportunamente sterilizzati, oltre che curati per malattie come bronchiti e infezioni di vario genere, con costi a carico sempre delle volontarie, sebbene le norme vigenti prevedano che l’onere veterinario sia in capo al Comune».
LA PROTESTA
I mici, schivi con persone che non fossero le volontarie, non arrecavano disturbo e non rappresentavano alcun pericolo per la salute dei cittadini, proseguono le firmatarie. «L’amministrazione ha deciso che la colonia non poteva più restare, arrivando anche a paventare un intervento coattivo qualora le volontarie non avessero provveduto a eliminare rifugi e ciotole di cibo e acqua – proseguono le volontarie – Tale decisione risulta presa senza che sia stata emessa un’ordinanza del sindaco e senza indicare un luogo alternativo dove trasferire la colonia felina». L’iniziativa del Comune va contro diverse norme, sostengono, a cominciare dalla Legge regionale sulla tutela degli animali d’affezione che tutela i gatti che vivono in stato di libertà e parla dell’individuazione di appositi spazi, arrivando al Regolamento di Polizia urbana del comune stesso. Nella lettera vengono inoltre rammentate alcune sentenze che rilevano come nessuna legge vieti di alimentare i gatti randagi nel loro habitat. Le volontarie chiedono quindi un incontro urgente con Comune e Ulss 5 per porre rimedio ripristinando la colonia in piazzale Duomo o individuando in modo condiviso un luogo alternativo adeguato ad ospitare i mici. 
Ultimo aggiornamento: 12:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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