Tessile, lavoratori clandestini e “in nero”. Nove denunciati

Mercoledì 6 Luglio 2022 di Francesco Campi
Controlli dei carabinieri in un laboratorio tessile

ROVIGO Su dieci laboratori tessili controllati, per sei è scattato un provvedimento di sospensione dell’attività e sono stati ben sette i lavoratori in nero trovati all’opera, cinque dei quali cittadini cinesi sprovvisti del necessario permesso di soggiorno, quindi clandestini. Le violazioni rilevate, sia sul fronte della sicurezza sul lavoro, una cinquantina in tutto, che su quello delle norme sulla regolare occupazione, hanno portato alla denuncia di nove persone ed a sanzioni per un totale di quasi 400mila euro. È questo il bilancio di un’approfondita attività di controllo eseguita dal Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Rovigo, sull’intero territorio provinciale, con il supporto dei colleghi delle Stazioni locali e del Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Venezia, nell’ambito delle attività finalizzate a prevenire e reprimere i fenomeni dello sfruttamento del lavoro e di quello sommerso ed alla verifica del rispetto della normativa sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. 
I LABORATORI
In particolare, sono stati accesi i riflettori sul settore del tessile, ad una settimana da quelli che, invece, avevano interessato i cantieri edili, con risultati purtroppo simili. Il controllo ha così interessato dieci ditte attive nel settore manifatturiero tessile, individuate a seguito di una precedente attività di indagine basata sui dati raccolti dalle articolazioni dell’Arma a livello territoriale, dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro e da un successivo dall’esame delle banche dati. I comuni interessati dai controlli ispettivi che hanno consentito di far emergere le principali irregolarità sono stati San Martino di Venezze, Canaro, Villanova del Ghebbo, Villadose, Lusia e Fratta Polesine.
CLANDESTINI
In tutto sono stati 56 i lavoratori individuati e controllati, sette dei quali risultati sprovvisti di regolare contratto, quindi “in nero”, e cinque addirittura irregolarmente presenti sul territorio nazionale. Oltre alle contestazioni per violazioni penali in materia di immigrazione, per i titolari delle due attività con lavoratori in nero è scattata anche la sospensione dell’attività nonché la maxi-sanzione per lavoro nero per l’impiego di personale senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro. 
Ancora più pesante il bilancio sul fronte del rispetto delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro con la contestazione di 49 violazioni complessive, dall’impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione dell’instaurazione del rapporto di lavoro all’omessa redazione o aggiornamento del Duvr, il Documento di Valutazione dei Rischi, dalla mancata nomina dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione dei rischi alla mancata formazione sulla sicurezza dei lavoratori, dalla mancata nomina del medico competente e dell’esecuzione delle visite mediche per i lavoratori, con carenze riscontrate per quanto riguarda vie di fuga, uscite di emergenza, misure per il primo soccorso.

In totale sono stati nove i titolari di attività, sulle dieci realtà controllate, che sono stati denunciati per violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, due dei quali anche per la violazione delle norme sull’immigrazione. Per quattro laboratori tessili le violazioni in materia di sicurezza che sono emerse hanno portato al provvedimento di sospensione dell’attività. L’importo complessivo delle sanzioni irrogate è stato di 396mila euro.

Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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