Corazzari fa autocritica: «La sconfitta è solo colpa mia»

Martedì 11 Giugno 2019 di Alberto Lucchin
Corazzari fa autocritica: «La sconfitta è solo colpa mia»
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ROVIGO - La festa è finita e ora si tratta di mettere ordine in casa. È sostanzialmente questa la situazione che sta vivendo la sezione rodigina della Lega: il partito non è riuscito nell'impresa di portare Monica Gambardella sulla poltrona più importante di Palazzo Nodari e quindi, ora, si tratta di capire cosa non ha funzionato, cosa fare e, soprattutto, che ne sarà della segreteria. Il 21 febbraio 22 consiglieri comunali hanno decretato la fine del primo sindaco leghista di Rovigo Massimo Bergamin. I sei leghisti che hanno partecipato a questa congiura, avvenuta dopo ben due mesi di aspra polemica interna alla maggioranza contro il proprio primo cittadino, reo di non aver saputo guidare il capoluogo polesano lungo il percorso politico-programmatico accordato ad inizio mandato, sono stati cacciati e il commissario regionale del Carroccio Giannantonio Da Re ha deciso di mandare a Rovigo il polesano Cristiano Corazzari per risollevare le sorti del partito.
 
L'esigenza era quella di riportare il centrodestra, compatto, in municipio e cancellare dalla memoria dei rodigini gli ultimi quattro anni di Amministrazione Bergamin. Corazzari, così, si è trovato con una segreteria locale allo sbando, in cui una grande parte dei militanti aveva anche sostenuto con fermezza il gesto dei sei consiglieri comunali dimissionari ribelli e che quindi bisognava rimettere in sesto per poter affrontare l'imminente tornata elettorale. In tre mesi bisognava ripartire da zero, avendo comunque dalla propria parte il traino nazionale prodotto dal segretario federale Matteo Salvini, ma era pur sempre poco tempo per trovare un candidato sindaco e cercare di convincere i rodigini a fidarsi di loro dopo quanto avvenuto con l'ex sindaco.
L'EFFETTO NOVITÀ
Alla fine l'operazione di Corazzari è riuscita a metà. Nonostante avessero trovato una candidata donna ed esterna alla politica, della quale hanno ripetuto come un mantra per tutta la campagna elettorale che conosce la macchina amministrativa, al ballottaggio non sono riusciti a confermare il 38% ottenuto al primo turno elettorale, ma sono riusciti ad affermarsi come il primo partito rodigino. Di questo l'assessore regionale alla Cultura, originario di Stienta, ne è orgoglioso e si accolla tutte le responsabilità, affidando il proprio commento al suo profilo Facebook: «Ringrazio quella metà della città che ha sostenuto Monica Gambardella e la nostra coalizione. Mi assumo in prima persona ogni responsabilità per il mancato successo. La Lega svolgerà il proprio ruolo di opposizione con serietà e rigore nell'interesse della città, dando voce alle migliaia di persone che si sono riconosciute nella nostra proposta e che non si rassegneranno mai a lasciare Rovigo in mano alle sinistre. Di certo per chi vive la politica con passione e crede nelle idee e nei valori della Lega oggi è una giornata complicata a Rovigo ed in Polesine».
Dopo otto anni, la Lega tornerà in consiglio comunale tra i banchi dell'opposizione, questa volta con ben quattro rappresentanti: Lorenzo Rizzato, Michele Aretusini, Valentina Noce e lo stesso Corazzari.
Alberto Lucchin
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