Morìa di vongole nelle lagune di Marinetta e Caleri, tutta colpa di un'alga

Mercoledì 19 Febbraio 2020 di . Enrico Garbin
Allevamenti di vongole minacciati da un'alga

ROSOLINA - Con buona probabilità, la moria di vongole nelle lagune di Marinetta e Caleri è dovuta alla presenza di un’alga. A studiare il caso e ad avanzare l‘ipotesi sono i servizi veterinari dell‘Ulss 5 polesana che, attraverso una propria unità specializzata nella tutela igienico sanitaria dei molluschi e dei prodotti ittici destinati al consumo umano e, dall’incrocio dei dati con gli altri Enti coinvolti nell’indagine sanitaria, ha potuto escludere altre possibili cause. «È stata accertata la presenza di un‘alga appartenente alla famiglia delle Diatomee -spiega Antonio Compostella, direttore generale dell‘Ulss 5 polesana- questa, in particolari situazioni microclimatiche, è responsabile della formazione di un sottile strato di mucillagine aderente al corpo delle vongole e ne impedisce la respirazione. Si tratta dell’ipotesi attualmente più probabile, visto che risponde anche ad una serie di interrogativi diagnostici che finora non avevano trovato soluzione».
GLI ACCERTAMENTI
Da quando era stata segnalata la moria nelle due lagune, i veterinari dell‘Ulss avevano subito attivato i protocolli d‘indagine clinici e di laboratorio, anche se in prima battuta non erano riusciti a formulare ipotesi convincenti neppure confrontando i dati con gli altri Enti coinvolti nell‘indagine sanitaria. Ulteriori analisi disposte dal dr. Piergiorio Fumelli, specialista del servizio veterinario, hanno indagato altre possibili cause di moria per le vongole e l‘intuizione ha avuto i primi riscontri positivi che, poi, sono stati confermati dagli esiti di campionamenti mirati effettuati nei giorni successivi. L‘alga così individuata viene considerata la più probabile causa della moria, ma per avere la certezza definitiva i medici veterinari dell‘Ulss stanno proseguendo gli accertamenti. Di sicuro, la sua presenza non rappresenta un pericolo per la salute dei consumatori. Per questo, a Compostella e ai dirigenti dell‘unità operativa igiene dei prodotti ittici, i dottori Antonio Crepaldi e Giorgio Fumelli, sono intanto giunti i ringraziamenti del Prefetto di Rovigo, dott.ssa Maddalena De Luca. Dagli operatori del settore, il presidente della cooperativa pescatori Levante esprime «rispetto per l‘indagine svolta e gli esiti a cui è pervenuta, ma la presenza di un‘alga non mi convince del tutto. Che la moria sia frutto di un fenomeno di anossia è pacifico, ma ha colpito i vivai che si trovano più in alto e quasi per nulla quelli che si trovano più in profondità, segno che il fenomeno è legato alla presenza di troppa acqua dolce. E se andiamo a guardare la storia, morie si registrano a febbraio e a novembre, quando cioè coincide il colmo della portata del Po con la minor bassa marea. E ad essere colpiti sono sempre i vivai che vedono completamente sostituire la presenza di acqua salata con quella dolce. L‘auspicio è che da questa esperienza si tragga un insegnamento, che si investano maggiori fondi nella ricerca scientifica sulle vongole perché, nonostante nel Delta ci siano almeno 1500 persone che vivono esclusivamente di questo prodotto, non c‘è ancora un‘adeguata conoscenza di tutti i fattori legati al ciclo vitale».
L’ASSESSORE IN VISITA
Anche l’assessore regionale al territorio, cultura e sicurezza, Cristiano Corazzari, ha voluto toccare con mano la gravità della situazione nella quale si trovano i pescatori delle due lagune di Marinetta e Caleri, nei comuni di Rosolina e Porto Viro.

L’assessore è salito a bordo di un’ imbarcazione, insieme al vice presidente del Consorzio Delta Nord, Roberto Falconi, e al consigliere Stefano Lazzarin. La delegazione si è recata a visitare alcune delle zone più colpite, dove la morìa ha raggiunto anche il 100 % degli esemplari.

Ultimo aggiornamento: 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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