Cantiere sul ponte a Rosolina, proteste degli abitanti: «Visibilità insufficiente»

Martedì 1 Settembre 2020 di Enrico Garbin
il tir incastrato sul ponte tra Rosolina e Cavanella d'adige

ROSOLINA - L’incidente sul ponte tra Rosolina e Cavanella d’Adige, che tra la notte e la mattinata di venerdì ha prima bloccato e poi rallentato la circolazione lungo la Romea, era prevedibile e in qualche modo atteso. A sostenerlo sono gli abitanti della zona che non solo da anni si battono invano affinché l’incrocio tra la via Adige e la Romea sia messo in sicurezza, ma fin dall’apertura del cantiere, a metà gennaio, avevano lamentato i pericoli che l’area interessata, limitando ancor più una visibilità già non ottimale, avrebbero finito col provocare. 
«Chiediamo un’assunzione di responsabilità e maggiore attenzione alla sicurezza da parte di questa amministrazione -scrivono gli abitanti di via Adige- da anni denunciamo la pericolosità di questo incrocio senza venire ascoltati. Quale altro disastro, se non tragedia, ci dovremo ancora aspettare prima che sindaco e giunta comunale facciano qualcosa per la sua messa a norma?». 
L’INCIDENTE
Il tir che nella notte tra giovedì e venerdì è finito contro i new jersey a protezione del cantiere sul ponte sull’Adige, viaggiava in direzione Venezia e forse per una distrazione, un colpo di sonno o un malore, il conducente non è riuscito ad affrontare correttamente la strettoia. A causa del forte urto, la cabina si è staccata e tutto il carico di uva si è riversata sulla strada e proprio l’asfalto reso scivoloso, più che il mezzo incidentato, ha rallentato le operazioni di riapertura della strada. Il cantiere sul ponte sull’Adige -così come quello gemello sul ponte sul Brenta- è stato aperto da Anas a gennaio per rinnovare radicalmente le solette sottostanti la carreggiata. Manufatti realizzati negli anni ‘60, da allora non erano mai stati oggetto di manutenzione straordinaria e, dopo aver sopportato il transito di innumerevoli mezzi pesanti, iniziavano a denunciare problemi alle campate. Con gli interventi di consolidamento preventivo, quindi, lo società ha inteso allungarne la vita ed evitare che il degrado e l’incuria costringesse a lavori ancora più radicali e costosi. 
QUATTRO MESI
In teoria il cantiere doveva rimanere quattro mesi, ma l’emergenza Covid-19 e il conseguente lockdown hanno fatto rivedere la tabella di marcia. Per gli abitanti di via Adige, ma non solo, il problema della visibilità in fase di immissione sulla Romea è sempre stato pressante. In primo luogo perché l’illuminazione sull’intersezione manca da tempo, quindi per la ridotta visibilità imputabile al cantiere e, infine, dall’altezza dei nuovi guardrail che ostacolano la visione dei mezzi che attraversano il ponte in direzione di Ravenna. Ma è soprattutto ad Anas - e al Comune che non se ne è fatto alfiere- che viene imputato di non aver ammodernato il vecchio manufatto prevedendo la creazione di passaggi pedonali e ciclabili che, allargando la sede stradale, avrebbero favorito anche la visuale degli automobilisti. 
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