Rosolina, discarica torna alla luce per colpa dell'erosione della costa

Venerdì 6 Dicembre 2019 di Enrico Garbin
Il mare mangia la costa di Rosolina e la vecchia discarica torna alla luce
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ROSOLINA (ROVIGO) - Il fenomeno dell'erosione della costa si sta rivelando sempre più il detonatore per una serie di problemi che rischiano di mettere in difficoltà la città e la sua principale attività economica, il turismo. Prima ha fatto scomparire decine di metri di spiaggia, ora ha scoperchiato la vecchia discarica in località Casoni. Una presenza fin qui mimetizzata da sabbia e vegetazione, ma adesso tornata alla luce tra la sorpresa e lo sgomento generale, tanto da fornire materiale per un'interrogazione in Regione da parte di Patrizia Bertelle di Italia in comune.  «Della presenza di questo sito non si ricordava praticamente più nessuno - sostiene Stefano Gazzola, assessore all'ambiente e ai rifiuti- il personale degli uffici che all'epoca aveva seguito la pratica è da anni in pensione ed è difficile ricostruirne la storia. Di sicuro, vista la zona molto in vista, escluderei che si trattasse di una discarica abusiva. Magari era un deposito per i rifiuti spiaggiati. Però, se consideriamo la modalità con cui è stato coperto il sito, con la successiva piantumazione, viene anche da pensare che ci sia stata una bonifica con successivo ripristino secondo le normative dell'epoca».
LA BONIFICA
E in effetti, dai ricordi emerge che tra l'attuale depuratore e la spiaggia, esistesse una vera e propria discarica abusiva di rifiuti. Uno scempio ambientale. Verso al fine degli anni 90 si inizio a studiarne la bonifica cercando risorse con l'impegno di Comune, Provincia e Regione. Tra il 2000 e il 2001 venne completata l'importante opera di bonifica e recupero dell'ex discarica di rifiuti nei pressi della foce dell'Adige, un intervento di 9 miliardi con finanziamento europeo, consistente nel consolidamento della costa con pannelli a mare, il rimboschimento e la creazione di una vera e propria oasi.
E nel corso di quell'operazione, sarebbe stata realizzata la scogliera per proteggere il sito dalle acque, mentre i depositi sarebbero stati ricoperti di tessuto non tessuto per contenere eventuali fuoriuscite e successivamente. «Oggi sarebbe impensabile realizzare una discarica in questa zona così esposta alla forza delle maree, anche se allora la linea di costa era decisamente più avanzata, e gestita con quelle modalità - continua Gazzola- le normative sono decisamente cambiate. Al momento il Genio Civile è intervenuto con un intervento tampone per ripristinare la costa e per evitare la dispersione dei vecchi rifiuti. Stiamo monitorando la situazione e cercheremo di capire con la Regione come e quando sarà possibile intervenire. Il comune da solo non è in grado di sostenere i costi della bonifica del sito. Tra l'altro, da una prima ricognizione non ci risulta essere tra quelli che abbiamo in concessione: si tratta cioè di un'area demaniale».
IL PROBLEMA
In attesa di capire esattamente l'entità del problema e di come sarà gestito, gli imprenditori del turismo ancora non si sbilanciano in nessuna direzione. Non abbiamo idea delle possibili ricadute che potrà avere questa scoperta -afferma Ferdinando Ferro, presidente del Consorzio operatori balneari di Rosolina Mare- siamo sorpresi perché non avevamo idea di quello che c'era sotto le dune. Si tratta di una cosa vecchia, di cui non c'era quasi più memoria. In attesa di capire esattamente di cosa si tratti, posso solo augurarmi che, per il bene di tutti, il problema sia affrontato nella maniera corretta».
Enrico Garbin
Ultimo aggiornamento: 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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