Alchemia e rifiuti pericolosi, stoppato il progetto

Mercoledì 21 Settembre 2022 di Guido Fraccon
L'Ex Alchemia di Cavanella Po

Palazzo Celio boccia il progetto Alchemia. L’Amministrazione provinciale ha negato il rilascio del provvedimento unico di autorizzazione Via - Aia per la realizzazione del nuovo impianto di trattamento e recupero di rifiuti speciali pericolosi, e non pericolosi, e di fabbricazione di prodotti chimici organici, che avrebbe dovuto sorgere in zona Aia. Il Comitato tecnico provinciale per la valutazione di impatto ambientale, ha evidenziato delle carenza tecnico documentali nel progetto che non consentivano di escludere impatti significativi e negativi per l’ambiente. 
PUNTI CARENTI
Tanti i punti carenti a partire dalla mancanza di una descrizione dello stato di fatto del recupero dei rifiuti alla luce delle indicazioni del Piano regionale veneto di gestione dei rifiuti urbani e speciali. Fari puntati anche su alcune operazioni come le miscelazioni e certi tipi di prodotti, sulle emissioni in atmosfera, sulla viabilità e sugli scarichi idrici, “La mancanza di una valutazione sito specifica - scrive palazzo Celio -, con riferimento al tratto interessato e ad eventuali misure di mitigazione, non consente di definire compiutamente tutti gli aspetti di impatto ambientale connessi, necessari per una valutazione ambientale e sanitaria di un progetto: incremento dei mezzi pesanti, possibili difficoltà di manovra nelle rotatorie, aumento dell’inquinamento dal polveri nell’atmosfera. La ditta a fronte del preavviso di diniego formulato da palazzo Celioi il 25 agosto, in data 31 agosto ha chiesto la formale archiviazione del procedimento, con riserva però di riproporre nuovamente l’istanza. 
Il caso Alchemia era tornato di stretta attualità il 7 settembre, quando era scoppiato un incendio a San Giuliano Milanese, nel sito industriale di Nitrolchimica, forse provocato da un errore umano: sulla vicenda indaga per incendio colposo e lesioni plurime colpose la Procura di Lodi.

Quell’incidente, con fiamme alte oltre 15 metri, diversi i feriti, alcuni anche gravi e attività rasa al suolo, aveva riporta alla luce quel progetto che Nitrolchimica, realtà milanese che si occupa di recupero di solventi e reflui industriali, e Chimica Cbr di Verona, società che lavora nel campo della formulazione e redistribuzione di solventi nel mercato nazionale, entrambe leader nel proprio segmento, avevano proposto, nel dicembre del 2021, alla città sotto la sigla Alchemia. L’investimento da dieci milioni di euro, secondo i promotori, avrebbe dovuto occupare a regime un centinaio di lavoratori, senza considerare l’indotto. L’operazione che riguardava l’ex sito di Alchemia Italia, in via Maestri del Lavoro a Cavanella Po, di proprieta Alchemia dal 2018, non prevedeva ampliamenti ma la riconversione degli impianti esistenti. All’interno dello stabilimento doveva essere creata un’area di trattamento per effettuate le operazioni di rigenerazione e di recupero di solventi. 

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