ROVIGO - Medici cercasi. Sette ortopedici, 10 pediatri, 11 psichiatri, 19 medici di pronto soccorso e 20 anestesisti rianimatori. Queste le più evidenti carenze che si registrano rispetto alla pianta organica dell'Ulss. Perché le caselle di dirigenti medici che restano vuote e si cercano di colmare con assunzioni a tempo determinato di specializzandi, medici a gettone, contratti libero-professionali a pensionati e turni extra di chi è già assunto, sono ben più numerose e toccano ormai tutte le specialità. Una situazione che non dipende dalla pandemia, seppur abbia contribuito ad aggravare il problema. A sottolineare la gravità del quadro, problema diffuso in tutta Italia, ma che si acuisce nei territori meno attrattivi, il direttore generale dell'Ulss Polesana Patrizia Simionato, insieme al direttore sanitario Alberto Rigo, a quelli amministrativo Urbano Brazzale e ai Servizi socio sanitari Marcello Mazzo.
LA DIFFICOLTÀ
«Siamo in grossa difficoltà - ammette senza tanti giri di parole - perché dobbiamo fronteggiare una carenza di specialisti mai vista e che ha origini lontane, nella passata programmazione nazionale, ma che ora si fa sentire pesantemente. Tempo fa il problema interessava soprattutto anestesia, rianimazione e pediatria, ora tocca un po' tutte le specialità: pronto soccorso, ortopedia, ginecologia, medicina interna, geriatria, neuropsichiatri e psichiatri. L'impegno dell'azienda è quello di erogare i servizi e di mantenere i livelli di assistenza, quindi trovare ogni soluzione possibile per far fronte a queste carenze secondo le possibilità offerte dal quadro normativo e dal contratto collettivo nazionale di lavoro, anche offrendo il massimo delle retribuzioni previste. Per il medici di pronto soccorso è previsto un accordo regionale per garantire di sopperire con medici specialisti di altre specialità affini, con compensi superiori. La carenza di personale ci rende difficoltoso riaprire il pronto soccorso di Trecenta, attualmente attivo fino alle 16, così abbiamo attivato una sinergia per la copertura notturna tramite elisoccorso.
CRISI DEI MEDICI DI BASE
Non va meglio per quanto riguarda i medici di medicina generale. «Nel 2021 sono cessati 23 medici: abbiamo conferito 7 incarichi provvisori e aumentato il massimale dei pazienti ai medici che hanno dato la propria disponibilità, sei nel Distretto di Adria, due nel Distretto di Rovigo e quattro di altre zone. Abbiamo poi attivato per alcuni medici, previa disponibilità, la possibilità di aprire ambulatori periferici fuori dall'ambito di assegnazione. Ora è intervenuta anche la Regione, perché il problema è diffuso, che ha previsto con la possibilità di assegnare agli specializzandi incarichi provvisori fino a mille pazienti al primo anno e 1.200 al secondo e terzo. A giugno cesseranno altri tre medici e abbiamo già indetto il bando per gli incarichi provvisori». Tutto questo senza contare che un analogo problema c'è anche per quanto riguarda gli infermieri.