Restauri con truffa, parroci assolti e impresa condannata per i lavori nelle chiese

Per il gup le domande erano irregolari. Risarcimento di 400.000 euro all'ente

Giovedì 2 Giugno 2022 di Francesco Campi
la chiesa di Borsea

ROVIGO -  Irregolarità nelle domande presentate per ottenere i finanziamenti dei lavori di restauro e consolidamento di due chiese in altrettante frazioni di Rovigo. Si tratta delle parrocchiali di Borsea e di Mardimago, a cui la Regione aveva concesso contributi pari rispettivamente a 490mila e 474mila euro.

Quelle anomalie rispetto alla normativa hanno portato ieri a due condanne e due assoluzioni, decise con rito abbreviato dal giudice per l'udienza preliminare Raffaele Belvederi, che ha anche disposto il pagamento di una provvisionale di 400mila euro per l'istituzione regionale, che si era costituita parte civile.


LE ISTANZE
Cruciale è risultato quanto scritto nelle domande di ammissione ai contributi del Fondo per lo sviluppo e la coesione, per interventi di valorizzazione, conservazione e restauro di edifici, anche di proprietà ecclesiastica, dotati di particolare pregio architettonico, o comunque caratterizzati da specifica valenza culturale. Ebbene in quelle istanze sarebbe stato affermato che «gli interventi per i quali si chiede il contributo non sono conclusi», mentre secondo l'accusa lo sarebbero già stati, inducendo in errore i funzionari regionali e dando vita ad una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Per le difese si tratterebbe di un terribile malinteso, perché i lavori conclusi sarebbero stati diversi rispetto a quelli ulteriori, e successivi, poi finanziati dalla Regione.


LA SENTENZA
Ad ogni modo è arrivata l'assoluzione per i due parroci che erano stati indagati dalla Finanza, don Silvio Baccaro, 68 anni, che dopo aver retto per oltre vent'anni la parrocchia di Borsea nello scorso settembre è stato trasferito alla guida della parrocchia di Costa e Villamarzana, e don Franco Ferrari, 78enne arciprete della parrocchia di Mardimago. Una condanna a 3 anni, invece, è stata decisa per Mauro Giolo, amministratore delegato dell'azienda edile rodigina Costruzioni Orizzonte, appaltatore dei lavori di restauro delle due chiese. Altra condanna a 5 mesi per il responsabile unico del procedimento Marco Bottari. La contestazione non è di aver incassato soldi per lavori non fatti, né di aver realizzato opere con prezzi gonfiati, tanto che i finanziamenti sono stati liquidati dalla Regione dopo le verifiche di congruità. Il problema sarebbe solo nella genesi delle domande di finanziamento. Ed è curioso che tutto sia nato da un esposto presentato per un altro motivo. Dopo il terremoto dell'Emilia del 2012, che interessò anche parte del Polesine, il parroco di Borsea lamentò un aggravamento delle fessurazioni nelle pareti laterali. Tuttavia, una perizia le giudicò di vecchia data. Fatto sta che il 15 giugno di quell'anno la chiesa fu dichiarata inagibile dai vigili del fuoco. L'esposto riguardava proprio il fatto che si potesse cercare di ottenere finanziamenti regionali per la ricostruzione post-sisma. Cosa che, però, non è avvenuta. È stato grazie ad un contributo della Cei e della Fondazione Cariparo che erano stati poi eseguiti dei primi lavori e la chiesa era tornata fruibile nel giugno 2014. Una data importante, perché le presunte falsità contenute nella domanda di finanziamento regionale risalgono al novembre 2014.


L'APPELLO
Un finanziamento per interventi ulteriori, hanno sostenuto le difese, tanto che la chiesa di Borsea è rimasta nuovamente chiusa per mesi nel 2016. E lo stesso è accaduto per la chiesa di Mardimago. «Si tratta di interventi distinti, non c'è stata alcuna dichiarazione mendace perché al momento della domanda i lavori non erano conclusi, né c'è stato nessun indebito profitto visto che i finanziamenti hanno coperto l'importo dei lavori», rimarca l'avvocato Carlo Marcello, difensore di Giolo, annunciando già il ricorso in Appello.
 

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