Il Polesine è tra le province venete con i redditi medi più bassi: Rovigo solo sul gradino 82

Domenica 14 Maggio 2023 di Roberta Paulon
Le dichiarazioni dei redditi polesani sono tra le meno ricche del Veneto

ROVIGO - Povero Polesine. I cittadini del Rodigino non navigano certo nell’oro e lo attesta ufficialmente l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che in un’analisi sui redditi medi dei comuni veneti, ha preso in esame le dichiarazioni in possesso del ministero dell’Economia e delle Finanze al fine di calcolare il reddito appunto medio relativo al 2021.
Rispetto alla rilevazione precedente, pubblicata lo scorso anno, non ci sono sostanziali modifiche e il dato rilevate per la provincia di Rovigo, purtroppo, si evidenzia scorrendo la classifica al contrario.

Sul totale dei 563 comuni del Veneto, nelle ultime 30 posizioni si trovano ben nove municipalità polesane. Nei primi posti, nessuno.

LA GRADUATORIA
Non ci sono tanti “Paperoni” in Polesine. Bisogna arrivare, infatti, alla posizione in graduatoria numero 82 per trovare il capoluogo: Rovigo ha 24.172 euro di reddito annuo medio, quindi non proprio cifre da ricchi. Seconda città del Polesine, al 175.esimo posto, è Occhiobello (23.041 euro il reddito medio). Ci si imbatte poi in Pontecchio, 206. con 22.609 euro annui e Castelmassa 252esima con 22.121 euro. Agli ultimi posti ci sono Porto Tolle con 15.774 euro (quartultima posizione assoluta rispetto al totale dei comuni del Veneto), che rimane in linea con le graduatorie degli anni precedenti. Poco più sopra si trova Papozze con 16.689 euro annui e il comune, penultimo assoluto della graduatoria, di Villanova Marchesana con un reddito medio di 15.618 euro.

LE VALUTAZIONI
Secondo la Cgia, il reddito medio dei residenti di un comune è strettamente correlato con il declino demografico e la bassa produttività di un’area. In molti territori del Polesine le nascite sono pochissime a fronte del progressivo avanzamento dell’età. Ciò determina, nelle scelte, anche un impoverimento dei servizi alle famiglie, che rischia di innescare un circolo vizioso. Ci sono territori, poi, nei quali tutte quelle attività economiche che una volta rappresentavano la vita economica e commerciale, come l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato, hanno subito un declino costante e a volte irreversibile. Emerge, quindi, che la mancanza di lavoro, la riduzione dei servizi essenziali e l’inaccessibilità dei luoghi, sono le principali cause del progressivo impoverimento. In linea generale, si evince dallo studio della Cgia, i contribuenti più abbienti abitano nelle città o nei comuni limitrofi. Il che potrebbe essere vero per quanto riguarda il posizionamento di Rovigo come prima città della provincia e Pontecchio che è limitrofo, ma anche per Occhiobello, vicina a Ferrara. Non può valere lo stesso per Castelmassa, che è certamente in posizione strategica rispetto a Ferrara e Mantova, ma non è certo definibile un comune “limitrofo”. Questa la fotografia di massima.

I COMMENTI
Soddisfatta Sondra Coizzi, sindaco di Occhiobello. «Sappiamo bene da anni che Occhiobello non è da fanalino di coda e con soddisfazione posso dire che l’occupazione c’è, soprattutto nella fascia dei trentenni con titoli di studio. Il nostro Comune offre servizi e anche se tutto è migliorabile, registriamo anche una continua crescita economica e demografica».
Completamente inversa la situazione per il sindaco di Papozze Pierluigi Mosca, con una popolazione nettamente anziana e solo tre o quattro nascite l’anno, cone decine di cittadini che emigrano in altri comuni per ragioni di lavoro. «Nonostante questa tendenza, siamo l’unico o tra i pochissimi comuni di fascia 1.400 abitanti che mantengono tutte le scuole fino alla terza media - evidenzia Mosca - anche gli anni scorsi siamo sempre stati in fondo alla classifica, la popolazione è tra le più anziane per età media: se facessero questa classifica saremmo tra i primi. Per quanto riguarda l’occupazione, abbiamo una casa di riposo che occupa operatori anche da fuori Papozze, per il resto poche aziende artigianali. Sottolineo anche la tradizione agricola del nostro territorio, che produce purtroppo pensioni più basse».

Ultimo aggiornamento: 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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