Violente rapine: presi, il capo della banda incastrato da un anello

Giovedì 31 Gennaio 2019 di Francesco Campi
Violente rapine: presi, il capo della banda incastrato da un anello
1
ROVIGO - Un anello incastra un 35enne e chiude virtualmente il cerchio della prima fase delle indagini sulla serie di violente rapine che lo scorso agosto sono state messe a segno a cavallo fra le province di Mantova, Padova, Rovigo e Verona. Tutto si è interrotto il 31 agosto, quando i carabinieri mantovani, insieme ai colleghi padovani, veronesi e mantovani, mettendo in campo circa 60 uomini, sono riusciti a pedinare e arrestare a Terrazzo e San Giovanni in Lupatoto, subito dopo un altro colpo messo a segno a Goito, nel Mantovano, quattro marocchini, con ancora tutta la refurtiva. Per quella rapina, avvenuta con la consueta brutalità, sono stati arrestati Zakaria El Jarrar, 28 anni, Mohamed Moner, 31 anni, Soufiane Oubane, 22 anni, e Issam Oubane, 35 anni, ritenuto il leader della banda.

 
IN CARCERE A VERONAI quattro, tutti disoccupati e con vari precedenti, si trovano tutt'ora in carcere a Verona, e sono stati fin da subito indagati dalla Procura di Rovigo perché ritenuti responsabili anche delle sette rapine messe a segno nel territorio di competenza: Castelbaldo il 12 agosto, a Borgo Veneto il 15 agosto, a Giacciano con Baruchella il 22 agosto, a Occhiobello e Arquà il 24 agosto, a Castelnovo Bariano il 28 agosto. Circa la metà del totale dei colpi che viene addebitato al quartetto. Tutte azioni compiute con analoghe modalità ed identica professionalità: il commando agiva di notte, prevalentemente in case isolate abitate da anziani, ai quali rivolgevano solo poche parole, «zitti» e «soldi», non esitando a colpirli con spranghe e schiaffi.
ANZIANI NEL MIRINOSi muovevano con auto rubate, cambiando più volte il mezzo nel corso degli spostamenti, indossavano passamontagna, guanti, tute e stivali che si toglievano subito dopo il colpo. Per le effrazioni utilizzavano strumenti comuni come piedi di porco. Inoltre, non utilizzavano i cellulari. Non si trattava, quindi, di sprovveduti, tanto che i carabinieri polesani, che conducono le indagini, coordinate prima dal sostituto procuratore Monica Bombana e ora dalla collega Maria Giulia Rizzo, non erano riusciti a trovare elementi di prova sufficienti per chiedere ed ottenere ulteriori misure cautelari. Fino a quando un anello non ha incastrato uno dei quattro indagati. E, più precisamente, proprio Oubane.
REFURTIVAIl gioiello, trovato nella sua abitazione è stato infatti riconosciuto dalle vittime della rapina a Fratta e questo elemento è stato ritenuto più che sufficiente dal giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini per emettere un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 35enne. Al di là degli aspetti formali, si tratta di un importante passo avanti delle indagini, che conferma quindi la bontà della pista seguita dai carabinieri. Ieri la cosa è stata sottolineata dal comandante del Reparto operativo Umberto Carpin, dal comandante del Nucleo investigativo Nicola Di Gesare e dal comandante della Compagnia di Castelmassa Andrea Pezzo, che hanno sottolineato la preziosa sinergia e complementarietà con i colleghi delle altre province e ricordato gli elementi principali dell'operazione chiamata Raiders, ovvero predoni.
AZIONI BRUTALIUna banda che ha seminato il panico da Mantova a Verona, da Padova a Rovigo, in un quadrilatero di efferatezze. A complicare le indagini, oltre alla mancanza di appigli tecnici come impronte e tabulati, anche il fatto che la brutalità delle rapine abbia terrorizzato le vittime, prevalentemente anziane, che per la paura di quei momenti non sono state in grado di fornire elementi utili per identificare i rapinatori, se non che probabilmente non erano italiani. Troppo poco. A colmare questa lacuna ci hanno pensato gli sforzi dei carabinieri, che hanno lavorato notte e giorno per interrompere la scia di rapine. Che si sono interrotte proprio il 31 di agosto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci