ROVIGO - Il caso della prof di Rovigo anima anche Luciana Littizzetto e Matteo Salvini. «Quando uno studente spara ad un insegnante non ci sono se e non ci sono ma. Educhiamo al rispetto sempre e comunque». Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, interviene ancora una volta sulla vicenda che ha visto come vittima, qualche tempo fa, una docente di Rovigo la quale, mentre spiegava in aula, si è vista sparare contro, da un allievo, alcuni pallini per mezzo di una pistola ad aria compressa. Valditara questa volta si è rivolto alla comica Luciana Littizzetto che negli anni '80 è stata anche insegnante di musica prima e di italiano poi, per 9 anni.
Anche l'Ugl, con la segretaria Ornella Cuzzupi, è intervenuta per sottolineare come «Nell'ambito scolastico, tra le mura di quello che dovrebbe essere un vero sacrario dell'educazione, si stanno verificando, troppo spesso, una serie di gravi episodi che vanno dal bullismo, alla violenza gratuita verso studenti e personale scolastico. Un campanello di allarme per la nostra società. La crescita umana e culturale degli studenti non può prescindere da processi inclusivi basati sul rispetto. L'istituzione scolastica deve ritrovare la giusta dimensione esaltando la propria autorità di tutela nei confronti di chiunque, e sottolineo chiunque, ponga in essere atteggiamenti aggressivi e violenti». Le parole della Littizzetto sono state stigmatizzate anche dal deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo del partito in commissione Cultura, Scienza e Istruzione. «Le parole della Littizzetto sul mondo della scuola - ha detto - lasciano a dir poco basiti. 'Se un professore riesce a essere empatico, allora non gli sparano con la pistola ad aria compressà, questo ha dichiarato la musa ispiratrice di Fabio Fazio. Quindi, secondo lei, i docenti che negli anni hanno subito pestaggi, aggressioni, umiliazioni - spesso pubblicate sui social -, insulti per aver svolto il loro dovere di educatori-insegnanti, non sono vittime ma carnefici istigatori».