VENEZIA - La prima vittima, lo jesolano Alessandro Tonello, è stata ascoltata di fronte al Tribunale di Venezia e ha confermato di essere stato minacciato e costretto a consegnare la sua auto, una Audi Q5, per evitare brutte conseguenze. È entrato nel vivo così, ieri mattina, il processo a carico di Fabio Gianduzzo, 56 anni, residente a Roncade, accusato di estorsione assieme a un complice, Edi Biasiol, 52 anni, di Gorizia, uscito dall'inchiesta patteggiando tre anni e mezzo di reclusione.
ACCUSA DI AGGRESSIONE
L'episodio raccontato in aula risale al settembre del 2019, ma non è l'unico finito sotto processo: Gianduzzo è accusato anche di aver aggredito e picchiato l'altro amministratore della società Matti Group srl di Eraclea, Antonio Carlo, originario di Rovigo e residente a Eraclea, con l'obiettivo di ottenere la gestione di fatto dell'azienda, nonché per farsi consegnare la sua vettura, un'Audi A6, rimasta poi nella disponibilità di Biasiol.
Successivamente, fino all'ottobre del 2020, in altre occasioni Carlo sarebbe stato costretto a versare complessivamente oltre 50mila euro, con la minaccia di nuovi pestaggi.
INCHIESTA A TREVISO
Nel corso del 2022 Gianduzzo è finito sotto inchiesta ed è stato arrestato a Treviso per una vicenda simile di estorsione ai danni dell'amministratore e del responsabile commerciale dell'azienda trevigiana BTime Italia e di due partecipate. A sostenere l'accusa nel processo in corso a Venezia è il sostituto procuratore Christian Del Turco che, sulla base degli elementi raccolti dalla Guardia di Finanza, è impegnato a dimostrare che il modo in cui Gianduzzo si presentò alla Matti Group, azienda specializzata in infissi, per un recupero crediti, per poi impossessarsi della società, con violenza e minacce, e utilizzarla per intascare personalmente ingenti quantità di denaro, a scapito della stessa azienda. Accuse contestate dalla difesa , rappresentata dall'avvocato Giuseppe Muzzupapa.