ROVIGO - La chiusura di molti uffici postali e la consegna a giorni alterni, con conseguenti problema e polemiche, approda in Parlamento con un'interrogazione della deputata pentastellata Arianna Spessotto, in commissione Trasporti, Poste e telecomunicazioni alla Camera. La situazione è figlia di un programma condiviso tra ministero dello Sviluppo economico e Poste Italiane di quattro anni, dal 2015 al 2019, inteso alla razionalizzazione, ma che ha portato solo alla consegna a giorni alterni della corrispondenza e alla chiusura di numerosi uffici in piccoli centri, privando molte aree di un servizio essenziale e con l'arrivo in tempi poco ragionevoli di lettere, bollette (spesso scadute) e quant'altro che da due, tre giorni per arrivare, ora può impiegare una settimana e più.
Tra Adige e Po è stata avviata la sperimentazione coinvolgendo la maggior parte dei comuni nelle prime due fasi, mentre nel resto del Veneto e Italia il piano è partito dopo e in alcune zone ancora deve essere lanciato. Un disservizio che ha coinvolto tutto il Polesine, circa 180mila utenti che ricevono la posta un giorno sì e uno no. E questo a fronte di un incasso per Poste di 262,4 milioni di euro l'anno da parte dello Stato per il servizio svolto.
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