Scardovari, lagune sempre più a rischio senza i lavori di vivificazione

Venerdì 20 Maggio 2022 di Anna Nani
Lagune del delta a rischio per il mancato ricambio di acqua di mare

PORTO TOLLE - «Lavori promessi da anni, ma mai realizzati. Siamo alle solite.» La protesta si leva dalla Sacca di Scardovari dove sta per iniziare, in ritardo, la campagna per la vendita delle cozze, ma i problemi che affliggono il comparto ittico di Porto Tolle permangono. Ad evidenziarlo sono un gruppo di allevatori della Sacca di Scardovari che in una nota lamentano l’annosa questione dei lavori di vivificazione. La questione torna alla ribalta della cronaca più o meno ogni anno in questo periodo, perché proprio in questi mesi i mitilicoltori dovrebbero raccogliere i frutti del loro lavoro ma una serie di problematiche mettono a rischio la vendita stessa del prodotto. 
GLI INTERVENTI 
Bisogna ricordare come gli ultimi interventi di vivificazione di un certo rilievo effettuati in Sacca risalgono al 1995, da allora tante le richieste avanzate dai pescatori e altrettante le promesse. «Siamo un gruppo di allevatori ormai stanchi di tutte le promesse fatte sia dagli amministratori consortili ma soprattutto dalle autorità competenti, vedi la Regione – scrivono -. Ogni anno investiamo tanto del nostro lavoro mettendo forze sia economiche che lavorative, ma da diverso tempo la laguna non riesce più a essere l’elemento fondamentale per la nostra attività primaria. Ormai da 4-5 anni la vendita delle cozze nella Sacca di Scardovari si posticipa di giorno in giorno, basta pensare che quando la laguna era nelle condizioni normali la campagna delle cozze iniziava i primi di aprile. A oggi non abbiamo ancora iniziato a raccoglierle, questo ritardo per noi è un enorme danno economico. Più passa il tempo e più diventa difficile per noi allevatori piazzare il nostro prodotto di grandissima qualità sul mercato». Già, perché la cozza di Scardovari è l’unica a vantare il marchio Dop nel comparto ittico nazionale “in queste condizioni certo comincerà a sparire a causa di tutte queste criticità – dichiarano preoccupati i pescatori deltini -. Basta guardare le boe di rilevazione di Arpav per rendersi conto della situazione all’interno della Sacca: in tutta la parte nord-est non c’è più lo scambio d’acqua che la laguna necessita, in questo modo mancano gli elementi fondamentali per la nutrizione dei mitili e conseguentemente la cozza non può crescere». Una situazione che andrà aggravandosi secondo gli allevatori con l’avanzare della stagione: «Man mano che farà più caldo diminuirà l’ossigeno e potrebbe esserci una moria generale. A oggi abbiamo già perso un buon 50 per cento della laguna e di conseguenza anche molte specie di pesci. Per non parlare che da anni le bocche a mare sono completamente interrate, altra criticità che danneggia ulteriormente l’ecosistema presente in Sacca». 
Da qui parte quindi un appello urgente: «Vengano eseguiti al più presto possibile i lavori promessi.

Ci avevano detto che sarebbero partiti gli scavi a luglio 2022, mancano 45 giorni a luglio, se continua così i lavori non inizieranno e la situazione diventerà sempre più grave». 

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