Porto Tolle. Consiglieri comunali accusati di diffamazione, procedimento archiviato

Avevano chiesto il ritiro delle deleghe in capo all'assessore Crepaldi, rinviato a giudizio con Alessandro Duò per la vicenda della Oibì srl

Lunedì 2 Gennaio 2023 di Anna Nani
Procedimento archiviato per quattro consiglieri di opposizione accusati di diffamazione

PORTO TOLLE - Si è conclusa con una sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste il procedimento per diffamazione a carico dei consiglieri di opposizione Claudio Bellan, Michela Ferrarese, Cosetta Nicolasi e Valerio Gibin mosso nei loro confronti da Lorenzo Gibin, attuale presidente del consiglio comunale di Porto Tolle.

Da notare come i quattro consiglieri fossero difesi dall'avvocato Giacomo Bovolenta, che era stato eletto in lista col sindaco Pizzoli, prima di staccarsi dalla maggioranza dopo aver manifestato in più di un'occasione il dissenso verso l'amministrazione.

La vicenda

Dopo due anni, alla vigilia di una nuova campagna elettorale per l'amministrazione di Porto Tolle, si chiude quindi la partita legale che era stata aperta dopo un focoso consiglio comunale e se ne apre una tutta politica con i quattro consiglieri che commentano: «Siamo soddisfatti per il doppio proscioglimento che ha escluso qualsiasi nostra condotta illecita e auspichiamo che il sindaco ed il consiglio comunale tengano conto di questo epilogo. Abbiamo atteso prima di parlare perché ci chiedevamo se il sindaco e la maggioranza valutazioni sull'opportunità che il signor Gibin continuasse a rivestire la sua funzione, ciò non è avvenuto, nonostante il delicato ruolo di garante che la legge attribuisce al presidente del consiglio comunale». I fatti risalgono al mese di settembre 2020 quando in seduta i consiglieri di minoranza chiedono il ritiro delle deleghe in capo all'assessore Raffaele Crepaldi, in quei giorni indagato e attualmente rinviato a giudizio con Alessandro Duò, imprenditore di Rosolina nella vicenda Oibì srl relativa al maxi-sequestro della Guardia di Finanza di Adria di oltre 900mila euro di fondi pubblici. In quell'occasione era scoppiata una lite tra maggioranza che difendeva Crepaldi, innocente fino a prova contraria, e l'opposizione che parlava di atto di buon senso per tutelare gli interessi del Comune. Una discussione che degenerò al punto che il giorno successivo i consiglieri inviarono una lettera al Prefetto: ««Volevamo proporre rimostranze verso la condotta del signor Lorenzo Gibin ritenuta al di fuori degli schemi istituzionali e conseguentemente chiedevamo al Prefetto di farsi garante per il futuro del regolare svolgimento dei lavori del consiglio comunale. Ricordiamo che all'indomani del predetto consiglio comunale appariva un articolo di stampa con cui Gibin si scusava per la sfuriata alla minoranza. Ma ciononostante ci querelava per calunnia e diffamazione».

Comincia qui il percorso giudiziario: «Entra in gioco il pubblico ministero che chiede archiviazione parziale per il reato di calunnia - continuano i consiglieri Bellan, Ferarese, Nicolasi e Gibin -. Nonostante l'opposizione del presidente del consiglio, il giudice per le indagini preliminari nel mese di dicembre 2021 disponeva l'archiviazione del procedimento per infondatezza della notizia di reato. Quanto alla residua imputazione per diffamazione, a febbraio 2022, il Tribunale di Rovigo pronunciava sentenza di proscioglimento nei confronti dei quattro consiglieri, ritenendo l'insussistenza del fatto ascritto ai medesimi».

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