Nuove prove di fusioni in Polesine. «Non hanno senso 50 Comuni in una provincia di 230mila abitanti»

Domenica 19 Febbraio 2023 di Marco Scarazzatti
Il municipio di Badia Polesine
ROVIGO - «Sono sempre più convinto che avere 50 sindaci in un territorio piccolo come il nostro, sia diventato un qualcosa di anacronistico e superato. Per risparmiare servirebbe la riduzione del numero dei nostri Comuni». A dirlo è stato il sindaco di Badia Polesine, Giovanni Rossi. Qualche settimana fa il pensiero di Rossi, che è anche consigliere provinciale, era stato in qualche modo anticipato da un altro consigliere provinciale, nonché sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli, il quale, nel corso di un viaggio a Roma con una trentina di colleghi sindaci, in occasione della presentazione del progetto Polis di Poste Italiane, aveva fatto una clamorosa rivelazione: «Il mio sogno sarebbe quello di unire i principali Comuni del Delta del Po, per crearne uno solo. Diventeremmo una potenza».

PRECEDENTI NEGATIVI

E dire che il territorio, quando è stato chiamato ad esprimersi in materia di fusioni, ha sempre reagito in maniera negativa, finendo con il cancellare delle potenziali opportunità di crescita. Basti pensare al caso di Civitanova Polesine, pensato nel 2009, dopo la firma in villa Badoer di Fratta Polesine, del primo Piano di assetto territoriale intercomunale tra appunto Fratta, Pincara, Costa di Rovigo, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Villamarzana e Arquà Polesine. Erano inizialmente stati chiamati I magnifici sette e Fratta era stata scelta come sede centrale municipale. La stessa cittadina mediopolesana venne poi persa per strada e i paesi rimasti erano sei. Una volta che ci fu il voto, nel febbraio 2014, la popolazione si espresse in maniera contraria, finendo con il porre fine al sogno della maxi fusione che avrebbe garantito, tra le altre cose, 10 milioni di euro nelle casse comunali.
«Non ha più senso avere 50 Comuni su una provincia che ha meno di 230mila abitanti - ribadisce Rossi - tra l’altro si corre sempre il rischio di trovarsi di fronte a regolamenti diversi, a pochi chilometri di distanza, che riguardano il mondo dell’agricoltura, ma non solo. È arrivato il momento di semplificare le cose e aumentare i risparmi, avendo meno sindaci in Polesine». Tra l’altro una decina di anni fa la stessa Badia e Lendinara avevano abbozzato l’idea di fondersi, ma se ne fece nulla.
Pizzoli nella trasferta romana aveva espresso un suo parere, circa l’idea della fusione nel Delta. «È vero che quando mi trovavo all’opposizione avevo votato contro la fusione tra Porto Tolle e Taglio di Po, ma i tempi sono cambiati ed è arrivato il momento di fare un altro tipo di discorso. Sarebbe perfetto fondersi tra Porto Tolle, Rosolina, Porto Viro e Taglio di Po, solo per citare i Comuni più grandi. Così facendo saremmo molto più competitivi, contando su maggiori risorse e più risparmi. Il mio Comune è uno dei più vasti del Veneto e d’Italia, ho una sessantina di chilometri di costa da seguire, con frazioni e località sparse ovunque. Con una fusione sarebbe tutta un’altra storia».

DUE SOLI MATRIMONI

Il Polesine ha conosciuto finora solamente due fusioni: quella di Giacciano con Baruchella e quella di Porto Viro. Se si guardano le date di queste operazioni, però,, si capisce il motivo per il quale, oggi più che mai, sono in molti a invocare il ritorno delle fusioni. Giacciano si è fuso con Baruchella il 15 gennaio 1858, con determina del Governo austriaco. Porto Viro è sorto il 1. gennaio 1995, dalla fusione di Donada e Contarina. Porto Viro però esisteva già, con il nome di Taglio di Porto Viro, nel 1928, prima di essere sciolto nel 1937. Oltre alle sopracitate fusioni, in Medio e Basso Polesine, non andate a buon fine, sono saltate anche quelle ideate a Ceneselli, Castelmassa e Calto del 2013 (Castelnovo Bariano si era detta contraria), Occhiobello, Stienta, Gaiba e Canaro del 2018, sempre nello stesso anno quella di Frassinelle e Polesella. Resta in sospeso quella tra Rovigo e Pontecchio, presentata in Regione nel 2013. In questi mesi, però, avanza il progetto di unire Polesella e Guarda Veneta, con documenti votati dai consigli comunali.
 
Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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