Unipol chiede il fallimento del gestore del polo natatorio

Martedì 2 Ottobre 2018 di Alberto Lucchin
L'ingresso del polo natatorio di Rovigo
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ROVIGO - Il destino del polo natatorio è come un aquilone in una tempesta. Per mesi dall’amministrazione comunale di Massimo Bergamin si sono sentite promesse che tutto stava andando per il meglio, invece quello che è certo è che Unipol ha presentato istanza di fallimento al gestore delle piscine rodigine Veneto Nuoto Srl. Non si sa che cosa accadrà di preciso nei prossimi giorni, quel che sembra più certo è che quel qualcuno che dovrà pagare 6 milioni di euro e sembra sempre più evidente che sarà il Comune di Rovigo, a causa della surroga decisa nel 2006.
 
Tutto è iniziato appunto nel 2006, quando il Consorzio cooperative costruzioni (poi diventato Veneto Nuoto Srl) e il Comune si accordarono per costruire il polo natatorio. All’epoca a Palazzo Nodari sedeva Paolo Avezzù e pochi giorni prima del termine del suo mandato, un dirigente firmò la convenzione per la realizzazione della struttura. In questa veniva stabilito che Veneto Nuoto, o chi per esso, potesse gestire le uniche piscine rimaste a Rovigo per 25 anni, al termine dei quali sarebbero poi state restituite all’amministrazione pubblica. In cambio di questo investimento, ciò da cui sarebbe dovuto scaturire il reale guadagno di Veneto Nuoto, era prevista la cessione della vecchia Baldetti di viale Porta Adige, sulla quale poi quel privato avrebbe realizzato degli immobili.
Da un ritardo della cessione di quello stabile, però, è nato un conflitto che è arrivato fino alla Corte d’Appello di Venezia (l’ormai noto lodo Baldetti) e che giovedì giungerà al termine, con una sentenza che decreterà se Veneto Nuoto ha realmente subìto un danno dal Comune per quel ritardo. Lì si comprenderà se il Comune dovrà versare oppure no un risarcimento a Veneto Nuoto di 1,4 milioni.
Il maggiore problema che preoccupa Rovigo e l’amministrazione Bergamin, è il debito che la stessa Veneto Nuoto ha accumulato negli anni nei confronti di Unipol. La banca emiliana è quella che ha finanziato, per circa 10 milioni, la realizzazione della struttura di viale Porta Po. Avrebbe dovuto vedersi restituita la somma, interessi inclusi, con varie rate annuali, ma dal 2012 Unipol dice di non ricevere alcun pagamento. Per via della convenzione tra Comune e Veneto Nuoto, la banca ora ha intenzione di rivalersi sul Comune, per via della surroga cui più volte il sindaco in passato ha fatto riferimento definendola una clausola “capestro”. In quella convenzione il capestro è il fatto che in caso di mancato pagamento di un certo numero di rate del mutuo da parte di Veneto Nuoto, la banca possa chiedere al Comune di saldare le rate.
Nell’ultimo anno il sindaco ha provato in tutti i modi a non rispondere economicamente per la situazione debitoria di Veneto Nuoto, ricercando in tutta Italia degli investitori in grado di rilevare quella società, chiudere qualsiasi pendenza e portare avanti per gli anni residui la gestione delle piscine. Già a maggio pareva che Padova Nuoto, gestore delle piscine patavine e già socio della stessa Veneto Nuoto, potesse rilevare l’intera attività entro qualche tempo. Invece qualche giorno fa è naufragato l’accordo con Unipol e così è tutto come prima. La banca, infatti, la scorsa settimana ha informato Palazzo Nodari che l’intesa che il Comune aveva dato per fatta nell’ottobre 2017 (alla banca andavano 4,5 milioni di euro, 2,2 dal Comune e i restanti dal nuovo proprietario di Veneto Nuoto) non è più valida.
Ieri mattina la scoperta che ha confuso la dirigenza di Veneto Nuoto: Unipol ha presentato istanza di fallimento per la società rodigina. In quanto creditrice, infatti, la banca ha tra le sue possibilità anche quella di scegliere questo percorso molto lungo e tortuoso. L’impressione che ha lasciato tra i membri del consiglio d’amministrazione, però, è che la banca voglia vedere fino a che punto può chiedere denaro, potendo vedere quale sia il reale valore del suo debitore. Veneto Nuoto, però, non è il proprietario del polo natatorio e stando agli ultimi dati finanziari presentati in Camera di commercio (al 31 dicembre 2016), i ricavi si attestano sugli 890mila euro circa. Una cifra ben inferiore rispetto alle pretese.
Ultimo aggiornamento: 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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