Nuovo rogo di cassonetti, a San Pio X il piromane ora fa paura

Lunedì 31 Maggio 2021 di Francesco Campi
Cassonetti bruciati

ROVIGO - Il piromane di San Pio X fa undici, continuando ad appiccare incendi, indisturbato, ma in modo disturbante. «Fermate quel o quella piromane, prima che sia troppo tardi: ora siamo esasperati e davvero preoccupati che possa accadere una disgrazia. Le forze dell’ordine prendano sul serio questo grave problema di sicurezza pubblica e si mettano a indagare a fondo, prima che sia troppo tardi», è l’appello accorato che arriva da Cristiano Pavarin, già consigliere comunale di Rifondazione e segretario della Uil Fpl di Rovigo, residente nella zona.


SCIA DI FUOCO
Si allunga ancora, infatti, la scia di fuoco dei cassonetti di via Alessandro Campo. All’alba di ieri l’ennesimo raid incendiario che ha portato alla distruzione dei due contenitori, sia quello giallo della carta che quello verde della plastica. Si tratta dell’undicesimo incendio dal settembre del 2019. Una media rilevante, praticamente più di uno ogni due mesi in un arco di tempo di venti mesi. L’ultimo incendio, sulla cui natura dolosa nessuno ha ovviamente più alcun dubbio, essendo chiaro che c’è una persona, residente nella zona, che si diletta ad appiccare incendi seminando danni e paura, risale alla notte fra il 9 e il 10 marzo scorso. Il primo rogo della serie, invece, è del 22 settembre di due anni fa, il secondo è arrivato circa un mese dopo, il 21 ottobre. Nemmeno il lockdown ha fermato la mano del piromane, che ha colpito anche il 21 aprile dello scorso anno. Poi di nuovo il 24 maggio e ancora il 23 agosto. Il sesto rogo è stato il 12 ottobre, il settimo il 18, l’ottavo il 13 novembre, il nono il 22 gennaio. In questo mese di maggio gli episodi sono stati due, uno la notte scorsa, l’undicesimo, e uno all’inizio del mese.
Anche il numero di cassonetti andato distrutto a causa di questa “manina” e del suo incomprensibile godimento nell’appiccare incendi, ora inizia a diventare considerevole, visto che mediamente ne vengono danneggiati due ogni volta che viene appiccato un rogo.

Generalmente sempre attorno alle 5 di notte. Con la oramai abituale corsa dei vigili del fuoco che arrivano a domare le fiamme. Ogni volta, dopo l’intervento, restano solo gli inquietanti scheletri metallici dei cassonetti. Mentre nell’aria, per effetto della combustione incontrollata di materiali diversi, in particolare plastica, resta per ore un odore acre.


L’APPELLO
Una serie di incendi appiccati volontariamente che non può non preoccupare, soprattutto perché nonostante la sfacciata ripetizione di un gesto scellerato, la persona in questione sembra continuare ad agire impunita. «Erano circa le 5.40 - racconta Pavarin - quando siamo stati svegliati bruscamente da una serie di botti durati alcuni minuti, seguiti da una grande nuvola di fumo nero, accompagnato da un odore acre, che brucia la gola. Ora davvero pretendiamo che qualcuno si metta a indagare sul serio. A questo punto è evidente che c’è in giro uno squilibrato, o una squilibrata, che potrebbe fare e farsi del male. Basta una semplice ricerca su internet per capire i rischi diretti e indiretti causati da queste folle azioni: esplosioni, ma anche rischi gravissimi per la salute derivati dal respirare fumo cancerogeno. Senza contare che se le fiamme si propagassero in modo incontrollato, le conseguenze potrebbero essere devastanti».
Già per due volte il tema era stato sollevato anche dal consigliere comunale della Lega Lorenzo Rizzato e dopo il penultimo rogo, anche il consigliere di FdI Mattia Moretto aveva presentato un’ulteriore interrogazione chiedendo l’installazione di telecamere.
 

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