PORTO TOLLE/ROSOLINA - Con il 2023 arrivano buone notizie sia dalla Regione che dall’Unione Europea per il comparto ittico. Per quanto riguarda il Veneto da alcuni giorni è entrata in vigore la Carta Ittica regionale e il nuovo Regolamento regionale per la pesca e l’acquacoltura. Si tratta di due strumenti di pianificazione e regolamentazione in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, che uniformano a livello di bacino idrografico e zone omogenee le attività di pesca professionale e le attività di acquacoltura in tutte le acque della regione. Gli obiettivi della Carta ittica sono quello di accertare la consistenza del patrimonio ittico, le potenzialità produttive delle acque, i criteri a cui attenersi per la coltivazione delle stesse.
PIANO REGIONALE
Il documento comprende il Piano di gestione delle acque dolci della Zona A (salmonicola), della Zona B (zona ciprinicola) e della Zona C (salmastra) che riguarda soprattutto il Delta. Per quanto concerne le acque lagunari, oltre alla pesca amatoriale e dilettantistica, l’atto regolamenta le attività di pesca professionale e di acquacoltura, definendo a sua volta le linee guida per le attività di molluschicoltura, pesca professionale e vallicoltura. A questo deve sommarsi il piano per la localizzazione dei bilancioni da pesca e all’individuazione di dettaglio degli attrezzi utilizzabili dai pescatori professionali.
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TAGLIA MINIMA
Per quanto concerne l’Europa, invece, è stata infatti confermata la taglia minima delle vongole di mare a 22 millimetri anziché 25 nelle acque territoriali italiane fino al 31 dicembre 2025.
PROROGA TRIENNALE
Sia il consiglio consultivo per il Mar Mediterraneo (Medac) che lo Stecf (Comitato Tecnico Scientifico ed Economico della Pesca) hanno confermato negli anni, così come per il 2022, la piena sostenibilità della misura che ha ottenuto una nuova proroga triennale facendo tirare un sospiro di sollievo agli operatori del comparto. Ad opporsi alla deroga a vantaggio dell’Italia era la Spagna, contraria al fatto che la taglia minima di riferimento fosse stata abbassata a 22 mm a causa del particolare ecosistema italiano, scelta che gli iberici ritenevano penalizzante per i propri operatori.
«Il risultato odierno è la riprova della concreta possibilità di ottenere risultati positivi per le marinerie pur nel quadro di una disciplina europea molto articolata tesa a coniugare i vari aspetti della sostenibilità - prosegue Tiozzo - interpretata in maniera non sempre equilibrata, lungo il cui percorso si scontrano in maniera talvolta poco “leale” le differenti posizioni dei vari stati membri. Circostanza verificatasi anche in questo caso, durante l’esame del testo da parte del Parlamento europeo, che ha visto un Paese mediterraneo particolarmente agguerrito nel tentativo di bloccare una misura che, come ricordato, presentava tutti i crismi della sostenibilità. Tuttavia il “sistema Paese” ha dato dimostrazione ancora una volta che con il gioco di squadra ogni risultato è possibile».
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