Troppo estese le zone "protette" stabilite dalla Ue: pesca a rischio nel Delta

Sabato 9 Marzo 2019
Troppo estese le zone "protette" stabilite dalla Ue: pesca a rischio nel Delta
PORTO TOLLE - Mentre a Zagabria era in programma la riunione della Commissione europea che dovrà definire l’area interessata dal Sic (Sito di interesse comunitario) per proteggere tartarughe marine e delfini nel Delta è andato in scena l’incontro “Serve il Sic nell’Alto Adriatico?” sottotitolo “Salvaguardia dell’ambiente marino e attività di pesca. Un evento promosso dal gruppo consigliare Pd in Regione e che ha visto la partecipazione dell’europarlamentare Paolo De Castro, vicepresidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale a Bruxelles. Ne hanno parlato nella sala riunione della coop Fra Pescatori dell’Adriatico di Scardovari il suo presidente Angelo Stoppa, la vicesindaca Silvana Mantovani, il professore dell’Università di Padova Sandro Mazzariol, Gianluca Fregolent della direzione Agroambiente della Regione, Antonio Gottardo di Legacoop pesca, Marco Spinadin di Fedagri-Confcooperative, Alessandro Faccioli di Impresa Pesca e Gianni Stival di Agrital Veneto. Stoppa nel proprio intervento introduttivo ha dichiarato: «Ancora una volta cercano di risolvere i problemi senza sentire noi pescatori facendo segni su una cartina ed alla fine siamo noi a rimetterci».   
TROPPI PROBLEMI
«Quest’area ha già numerosi problemi da affrontare per metterci un altro carico da novanta: dall’inquinamento, visto che qua sfocia il Po dopo aver attraversato la Pianura padana, alle grandi infrastrutture come il rigassificatore alle piattaforme più a sud; dalla coltivazione di molluschi che deve fare i conti con le morie per la scarsa vivificazione delle lagune, fino all’insabbiamento delle bocche a mare per rendere sicuro e fruibile il porto di Pila - ha evidenziato Azzalin -. Dovremmo pensare a come aiutare il settore, fondamentale per l’economia polesana e veneta, non ad affondarlo. Per questo siamo convinti che il Sic debba essere una scelta provvisoria con una durata ben precisa. in cui effettuare monitoraggi su spiaggiamenti e collisioni. Poi si decida sulla base dei risultati. E la provvisorietà deve riguardare sia le misure di conservazione che il perimetro: dopo tutto si tratta di specie migratorie».
CONTRARIETÀ
La vicesindaco facendo un excursus di come si sia giunti a definire i Sic ha poi affermato: «Non capiamo perché le cose ci devono sempre essere calate dall’alto. I Sic marini lo sono e li vediamo come una limitazione per il settore pesca e per questo abbiamo lavorato per evitare la proposta di area Sic avanzata dall’Ispra». Dello stesso avviso anche il funzionario della Regione Emilia Romagna Enzo Valbonesi: «Riteniamo che non siano lo strumento adatto a tutelare le specie dei delfini e delle tartarughe, soprattutto perché parliamo di due specie migratorie che non sono stazionarie in uno spazio acqueo ben definito come invece diventerà l’area Sic che si rivela quindi come uno strumento rigido ed inadatto».
In conclusione per il primo vicepresidente della commissione Agricoltura a Bruxelles che ha presentato sul Sic anche un’interrogazione alla Commissione europea «la creazione di un Sic marino sicuramente non rappresenta la risposta adeguata per tutelare specie a rischio di estinzione, come delfini e tartarughe marine. In prospettiva servirà uno strumento che allarghi l’area di tutela in acque internazionali, magari coinvolgendo Slovenia e Croazia e che non penalizzi ulteriormente il settore ittico. La risposta migliore è quella dell’integrazione, tenuto conto del tempo che nel frattempo è trascorso dalla richiesta Ue di realizzare aree Sic per garantire la biodiversità. Nei giorni scorsi a Zagabria si è discusso con i Paesi limitrofi sulle possibilità di trovare soluzioni meno impattanti per i pescatori. Tra queste, la costruzione di un’area appunto allargata che, con un opportuno gioco di squadra, veda direttamente coinvolta la Regione Veneto». 
ALLA NOVAMONT
Ieri c’è stata la visita nella sede della Mater-Biotech, società del gruppo Novamont, a Bottrighe per l’europarlamentare e il consigliere regionale Azzalin, dove hanno incontrato il direttore dello stabilimento e il responsabile Esteri. «Un’eccellenza del territorio che deve essere conosciuta e valorizzata, la strada per un futuro Green passa dal Polesine. Qua si trova l’impianto, unico al mondo, per la produzione di sacchetti biodegradabili e compostabili. Innovazione e tecnologie con un ampio orizzonte di crescita in vista della direttiva Ue che dal 2021 metterà finalmente al bando le tradizionali plastiche monouso».
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