Pd alla resa dei conti dopo il fallimento dei candidati dem alla Regione

Giovedì 24 Settembre 2020 di Alberto Lucchin
REGIONALI 2020 Diego Crivellari era in corsa per il Pd a Palazzo Ferro Fini
ROVIGO Il risultato delle elezioni regionali impone un confronto interno alle componenti della maggioranza che sostiene Edoardo Gaffeo. A poco più di un anno dalla vittoria delle Amministrative che hanno riportato a Palazzo Nodari il centrosinistra, a 12 anni dall’ultima vittoria guidata da Fausto Merchiori, il peso dei singoli partiti interni alla coalizione di governo cittadino è cambiato. Il 26 maggio del 2019, infatti, il Partito Democratico ha ottenuto il 13,97%, la civica “Perché Cresca Felice - Gaffeo Sindaco” il 6,18% e la civica “Forum dei Cittadini” il 4,70%. Alle Regionali dello scorso weekend, solo il Pd era impegnato nella competizione elettorale ed ha ottenuto nel capoluogo il 16,76%. La civica che sostiene il sindaco, però, a poco più di una settimana dal voto ha scelto ufficialmente di sostenere apertamente il sindaco di San Bellino e candidato con “Il Veneto che Vogliamo” Aldo D’Achille, che ha ottenuto il 5,34%. Solo il Forum si è chiamato fuori da ogni tipo di appoggio, chiarendo sin da subito di lasciare piena libertà di scelta ai propri aderenti.
RICHIESTA DI VERIFICA
A chiedere un confronto interno è il PD è la capogruppo Dem a Palazzo Nodari Giorgia Businaro, compagna di Diego Crivellari, il candidato che ha mancato il seggio in Regione raccogliendo un “bottino” di 2.538 preferenze. La consigliere ha chiarito che non si tratta di uno scontro interno, ma di «un’analisi del voto» dopo la sconfitta alle urne. «Il partito dovrà fare una seria riflessione, sia sul piano provinciale che locale, perché è chiaro che il risultato è dovuto non tanto alle mancanze del partito stesso, ma dal risultato di Zaia - spiega - Non potevamo fare nulla. I territori, i circoli e i militanti da anni si sentono abbandonati. La rete territoriale su cui il PD ha sempre potuto contare si è disgregata. Il partito tiene dove ci sono realtà più dinamiche e i risultati si vedono. È innegabile che a Rovigo vada fatta una riflessione maggiore, avendo vinto il Comune un anno fa. È chiaro che avremmo potuto e dovuto fare di più, capitalizzare di più il lavoro fatto dall’Amministrazione».
I CALCOLI
Quindi, se in termini numerici, rispetto al 2019, i risultati dimostrano un calo della civica di Gaffeo, ma un aumento del PD, è chiaro che il rapporto tra le due componenti possa subire delle modifiche. Businaro, poi, aggiunge: «I cittadini non hanno percepito quel percorso di rinnovamento, attività e azioni che Gaffeo ha finora messo in campo: questo è da valutare attentamente. Nessun contro nessuno, ma va preso atto quel che è emerso dalle urne. Fare un’autocritica forte, sia nel PD che nelle altre forze della maggioranza, non fa male. Forse qualche aggiustamento andava fatto qualche tempo fa per evitare di arrivare a questo punto».
Alcune settimane fa il primo cittadino ha chiamato in giunta Patrizio Bernardinello (consigliere eletto con il PD), portando così il numero di assessori da sette a otto, affidandogli compiti rilevanti come Commercio, Mobilità e Sicurezza. Già da tempo Gaffeo sosteneva di volere cedere queste deleghe, da lui detenute, proprio per potersi dedicare ad altri compiti istituzionali più rilevanti. Il confronto interno che chiede la Businaro, quindi, potrebbe servire a rivedere alcuni equilibri interni alla maggioranza o, eventualmente, a compiere qualche sostituzione per dare maggiore forza alla squadra di Gaffeo.
VENETO CHE VOGLIAMO
Nel frattempo, il Veneto che Vogliamo, di cui la civica del sindaco fa parte, fa una sua analisi della sconfitta, attraverso il suo referente Paolo Giolo: «Poteva certo andare meglio, ma abbiamo iniziato da pochi mesi fa un percorso civico importante, popolare e partecipato dal basso che ha visto il coinvolgimento di tante liste civiche, partiti, cittadini, associazioni e comitati. Le elezioni sono un punto di partenza dal quale crescere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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