Parco fotovoltaico nell'ex Adriatica-Deltalat a Cengiaretto; bocciato dalla Soprintendenza

Mercoledì 26 Gennaio 2022 di Guido Fraccon
La ex deltalat

ADRIA (ROVIGO) - La Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza boccia l'attuale progetto di parco fotovoltaico nell'ex Adriatica-Deltalat di località Cengiaretto. La Soprintendenza ha espresso parere negativo sulla progettualità, sponsorizzata dall'amministrazione Barbierato, invitando la società veronese Juvi Development 08 a riprogettare l'impianto. «Le sue dimensioni sono tali - si legge nella nota a firma del soprintendente Vincenzo Tiné - da rendere inevitabili gli effetti negativi nella percezione del contesto».

L'area di intervento infatti risulta in parte sottoposta alle disposizioni dei beni paesaggistici e le sue dimensioni, secondo Tiné, oltre a rendere inevitabili - come detto - gli effetti negativi sulla percezione del contesto, altererebbero drasticamente l'assetto fondiario e la corretta percezione del paesaggio agrario. La Soprintendenza chiede di escludere le porzioni sottoposte a tutela paesaggistica e di pianificare eventualmente, in tale area, il mantenimento della struttura fondiaria e lo sviluppo di un'estesa fascia di mitigazione ambientale con uso di alberature autoctone.


QUASI 34MILA PANNELLI

L'attuale progetto, firmato da Ren Project Padova, prevede la demolizione dei fabbricati gravemente degradati presenti nell'area e la bonifica dall'eternit presente sull'ex porcilaia. L'impianto fotovoltaico, che ha ottenuto il benestare di Coldiretti, dovrebbe avere una potenza nominale di 18.969,15 kwp mentre il parco dovrebbe essere composto da 33.933 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino di potenza pari a 550 Wp cadauno. Sessantatre gli inverter, sei le cabine di trasformazione, tre quelle di raccolta ed altrettante quelle di consegna. Sarebbero inoltre previste opere di mitigazione visive e idrauliche. La durata dell'impianto, che dovrebbe produrre 9.600.410 kwh di energia all'anno, dovrebbe aggirarsi sui 30 anni; il cantiere di costruzione dovrebbe durare 7 mesi.


COMUNE FAVOREVOLE

«Quando la proprietà ci ha presentato questa possibilità - aveva premesso il sindaco Omar Barbierato in occasione delle presentazione dell'iniziativa in teleconferenza, agli inizi dello scorso settembre - siamo stati colpiti favorevolmente dalla possibilità di recuperare quarantamila metri quadrati di coperture in amianto degli edifici presenti». Secondo il primo cittadino il recupero di una zona degradata è uno degli aspetti di forza del piano. «Nell'area - aveva rimarcato - sono presenti edifici fatiscenti e noi come amministrazione comunale abbiamo interessi importanti in zona, che andranno discussi con la proprietà. Metteremo nero su bianco le nostre richieste». Tra le richieste di palazzo Tassoni, la realizzazione a fianco dell'area fotovoltaica di un parco extraurbano che dovrebbe collegarsi con il parco di Corte Guazzo, un percorso ciclabile a unire Artessura con il parco di Corte Guazzo e la possibilità di recuperare la palazzina di ingresso per interventi per il sociale e l'emergenza abitativa. Il progetto, che è attualmente in Regione per l'iter previsto dalla normativa vigente, prevede anche un bacino di laminazione delle acque, in un'area da sempre sensibile ai problemi idrogeologici.

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