Padova Tre, la Procura di Rovigo: accuse di bancarotta per 12 persone

Domenica 28 Luglio 2019
Padova Tre, la Procura di Rovigo: accuse di bancarotta per 12 persone
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PIOVE DI SACCO - Bancarotta fraudolenta per distrazione, bancarotta documentale, false comunicazioni sociali e bancarotta preferenziale. Sono le accuse contemplate nei sei capi d'imputazione della Procura di Rovigo per il crac di Padova Territorio Rifiuti ed Ecologia, la società che gestiva il servizio rifiuti in 52 comuni della Bassa e del Piovese, fallita il 29 settembre di due anni fa con un buco di circa 30 milioni di euro. Sono dodici tra ex amministratori e revisori dei conti della Srl gli indagati cui è stato notificato l'avviso di conclusione dell'inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dal procuratore Carmelo Ruberto.

 
Nella lista compaiono volti noti di questa vicenda come Stefano Chinaglia, 51 anni, di Piove di Sacco, già presidente del CdA, Simone Borile, 49 anni, di Battaglia, già amministratore unico e legale rappresentante di Padova Tre, Gaetano Battocchio, 45 anni, di San Martino di Venezze, vicepresidente e poi amministratore delegato della cooperativa Ecofficina, poi diventata Edeco, Giampaolo Mastellaro, 59 anni, di Piove di Sacco, già presidente e amministratore delegato delle coop Ecofficina Servizi ed Ecos, e i revisori dei conti Alcide Nicchio, 64 anni, di Montagnana, Patrizia Bazzi, 47 anni, di Baone, Gianmarco Rando, 48 anni, di Este, e Angelo Donato, 49 anni, di Monselice, tutti già a processo (tranne Bazzi, prosciolta per prescrizione) nel primo filone d'indagine con le accuse a vario titolo di falso materiale, frode in pubbliche forniture, peculato ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Completano l'elenco gli ex presidenti del CdA di Padova Tre Nicola Ferro, 53 anni, di Merlara, e Luca Mariotto, 49 anni, di Venezia, l'ex vicepresidente Franco Quattromani, 60 anni, pure di Venezia, e il procuratore speciale Alessandro Dargenio, 44 anni, di Sant'Elena.
LE ACCUSE
Chinaglia, Borile e Ferro sono accusati, assieme a Battocchio e Mastellaro, di aver distratto oltre 750mila euro attraverso il pagamento di fatture per operazioni inesistenti emesse dalle cooperative Ecofficina/Edeco ed Ecofficina Servizi/Ecos negli anni 2014 e 2015. Altre attività distrattive vengono contestate a Chinaglia, Borile, Mariotto e Quattromani: 200mila euro di finanziamento infruttifero nel 2015 alla consociata Tre Energia Srl, già in stato di insolvenza, 485mila euro per l'acquisizione della metà del capitale sociale della Elios Park Srl, investimento non giustificato dai bilanci in rosso di quella società, altri 48mila euro quale finanziamento infruttifero e 150mila euro per l'acquisizione dell'altra metà del capitale della stessa Elios Park. Chinaglia, Borile e Ferro dovranno rispondere pure di bancarotta documentale per non aver tenuto correttamente l'elenco delle rimanenze di magazzino e per non aver integrato il software utilizzato per la contabilità generale con il Tiagest, il sistema progettato e sviluppato da ex dipendenti della società e non più gestibile dopo la sua dismissione a fine 2016. Gli investigatori della Finanza non hanno infatti potuto estrarre i dati contabili sulla fatturazione e la rendicontazione dei servizi erogati da Padova Tre, rendendo impossibile la ricostruzione dei rapporti di credito e debito con il consorzio Padova Sud, socio unico e controllante della Srl fallita.
Gli stessi Chinaglia e Borile avrebbero infilato nei bilanci 2013 e 2014 una sfilza di dati non veritieri, al fine di nascondere la perdita del capitale sociale e proseguire ugualmente l'attività senza interventi di ricapitalizzazione o di liquidazione. In questo modo non avrebbero fatto altro che accumulare ulteriori perdite. Nel 2013 risultano iscritti a bilancio crediti inesistenti per oltre 3 milioni di euro e altri 987mila euro di crediti poi ceduti al Padova Sud, ma in realtà già propri del consorzio. L'anno successivo figurano in bilancio crediti inesistenti per 3,3 milioni e lo storno integrale dalle passività dei debiti nei confronti di Sesa e di De Vizia Transfer Spa per complessivi 9,7 milioni: si tratta di somme di cui si è accollato il consorzio Padova Sud ma che avrebbero dovuto essere garantite attraverso lo stanziamento di un apposito fondo rischi. Gli ultimi amministratori di Padova Tre D'Argenio, Ferro, Mariotto e Quattromani sono invece finiti nell'inchiesta per bancarotta preferenziale: nel 2016 avrebbero in sostanza avallato pagamenti per circa un milione e mezzo di euro ad alcuni creditori, senza alcun titolo di prelazione, a scapito di altri. La Procura di Rovigo contesta infine una condotta omissiva ai revisori dei conti Nicchio, Bazzi, Rando e Donato: avrebbero omesso i controlli e le iniziative di legge consentendo l'allegra gestione contabile e amministrativa del Padova Tre.
Luca Ingegneri
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Ultimo aggiornamento: 18:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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