Tornelli e braccialetti colorati, così cambieranno gli accessi all'ospedale

Martedì 12 Maggio 2020 di Francesco Campi
Il direttore dell'Ulss polesana Antonio Compostella mostra i braccialetti per chi accede all'ospedale
ROVIGO  - Braccialetti colorati e tornelli hi-tech che misurano automaticamente la temperatura e si aprono solo se non rilevano febbre e se dalla strisciata della tessera sanitaria risulta una prestazione prenotata in orario compatibile: l’ingresso in ospedale diventa un’esperienza completamente nuova. È l’effetto della necessità di coniugare le misure di sicurezza, per evitare i contagi interni, con la necessità di semplificare e velocizzare operazioni che altrimenti richiedono un grosso impegno di tempo e personale ai “varchi” d’accesso agli ospedali. Perché anche se tutte attività ospedaliere sono riprese, nulla sarà come prima. Ieri il direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella si è soffermato sulle novità in arrivo all’ingresso degli ospedali di Rovigo e Adria e sulla ripresa delle attività che interesserà anche il San Luca di Trecenta, anche se per questa struttura, convertita in polo Covid per affrontare l’emergenza, la ripresa delle attività ordinarie sarà più graduale. Perché il virus è ancora presente. E, per questo, restano altissime le misure di sicurezza. 
NOVITÀ AI VARCHI
La prima novità, attesa al varco, che entrerà a regime da oggi, è quella dell’utilizzo dei braccialetti colorati per chi viene autorizzato a entrare in ospedale, mostrati ieri da Compostella nel suo video-bollettino: «Per gli utenti che devono eseguire una prestazione ospedaliera sarà giallo, mentre per i loro eventuali accompagnatori o per chi si reca a far visita a un paziente ricoverato sarà blu. Il concetto è che gli operatori dell’Ulss e il personale della sicurezza, quando vedono una persona col braccialetto nei corridoi, sanno che si tratta di una persona che ha superato un controllo». 
Sugli accompagnatori, al momento, le restrizioni restano rigide: solo per persone non sono autosufficienti. Lo ha ribadito Compostella spiegando che vale anche per chi accompagna le donne incinte: alla visita può presentarsi solo la futura mamma. Una regola che non ha mancato di suscitare qualche protesta dei futuri padri. 
«Lo so che non è piacevole, però è una decisione presa nella logica della sicurezza di tutti, dentro l’ospedale: mentre abbiamo riaperto già da tempo la possibilità per marito o compagni di assistere al parto, quando accompagnano donne incinte per una visita o un’ecografia non vengono fatti passare. Per correttezza verso tutti gli altri utenti. Perché così è per qualsiasi visita e per qualsiasi persona che deve farsi visitare: se è in grado di gestirsi autonomamente, l’accompagnatore non viene fatto passare».
CONTROLLI ALL’INGRESSO
Ma la novità più significativa riguarda l’automazione del controllo all’ingresso: «Il sistema dei varchi verrà ulteriormente affinato non appena arriveranno termoscanner e tornelli. A regime avremo un’organizzazione informatizzata: se la temperatura non è superiore 37.5 il tornello si apre, altrimenti no. Ovviamente sarà comunque sempre presente un nostro operatore. Poi, ci sarà un terzo elemento che completerà il varco tecnologico: con la propria tessera sanitaria l’utente darà al computer l’informazione relativa alle proprie generalità e all’orario della visita. Per arrivare a questo varco tecnologico, che dovrebbe snellire tutto l’iter all’ingresso, ci vorranno ancora diversi giorni, purtroppo i termoscanner non sono ancora arrivati, perché in questi giorni le richieste sono drasticamente aumentate, per cui i tempi di consegna sono rallentati. L’augurio è che nell’arco di una quindicina di giorni riusciamo a completare l’informatizzazione del varco». 
Il direttore generale ha poi spiegato come l’attività ospedaliera stia andando verso un nuovo equilibrio: «La “normalizzazione” continua. Sabato sono state erogate 2.481 prestazioni, più di 1.800 legate ad analisi, le altre di visite specialistiche e diagnostiche. Il Cup, invece, ha ricevuto circa 2500 telefonate per un totale di circa 5mila prestazioni prenotate. Ha poi quasi completato la riprogrammazione delle 6mila visite congelate durante la fase emergenziale e richiamato le persone che avevano telefonato nei primi giorni di ripresa dell’attività e alle quali non era stato possibile rispondere. Ci stiamo allineando dal punto di vista della piena operatività e anche dal punto di vista dei tempi di attesa non abbiamo situazioni di sforamenti significativi, anche se questa diversa organizzazione riduce inevitabilmente velocità ed efficienza e avremo riduzione del numero di prestazioni nell’unità di tempo, con qualche eventuale conseguenza sulle liste d’attesa. Ma per adesso va abbastanza bene e ringrazio tutti, in particolare gli operatori del Cup, per il grande lavoro che stanno facendo».
 
Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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