Ortofrutta, prezzi ai minimi storici e decine di imprese rischiano la chiusura

Sabato 28 Maggio 2022 di Alessandro Garbo
Ortofrutta, prezzi ai minimi storici e decine di imprese rischiano la chiusura

ROVIGO - L'aumento vertiginoso di materie prime e costi relativi alle bollette spaventano il comparto ortofrutticolo.

Lo scenario delineato all'inizio della raccolta estiva da Giordano Aglio, vicepresidente Cia Rovigo, è allarmante: «Se questo trend andrà avanti, con rincari esponenziali dei costi dei concimi e dell'energia, decine di aziende ortofrutticole polesane saranno costrette a chiudere entro la fine dell'anno in corso».


IL BOLLETTINO
I dati contenuti nell'ultimo bollettino del Mercato ortofrutticolo di Lusia mostrano un continuo peggioramento: «Agli agricoltori viene riconosciuto sempre meno, chiaro che a queste condizioni molti non saranno in grado di tenere in piedi l'attività». Due le alternative possibili: l'indebitamento o la chiusura. «Di questi tempi, quasi nessuno si arrischia a contrarre dei mutui con gli Istituti di credito», precisa Aglio. Per quanto riguarda le primizie del territorio, è eclatante il caso del porro, che dovrebbe venire messo a dimora fra poco più di un mese, a luglio. Il prezzo agricolo è di 0,30 euro al chilo, quando il mero costo di produzione si attesta sui 0,90 euro al chilo. «Visti i valori presenti sul mercato, tanti imprenditori agricoli potrebbero decidere di non dedicarsi a questa coltura», chiarisce il vicepresidente. In crisi i cavolfiori: il relativo prezzo agricolo è di 0,60 euro al chilo, quando per produrne un chilo servono 0,80 euro. Per un chilo di insalata capuccia e gentile vengono riconosciuti 0,70 euro; tuttavia, la spesa per la produzione di tali tipicità è di 0,80 euro. Altra fattispecie clamorosa, quella del sedano verde: all'agricoltore sono riconosciuti 0,50 euro al chilo, ma per coltivarli occorrono almeno 30 centesimi in più.


LE DIFFICOLTÀ
«Stiamo registrando grosse difficoltà relativamente agli imballaggi - continua Aglio - il costo delle cassette di plastica è aumentato del 45%». Da qui la richiesta che Cia avanza al Governo: il comparto agricolo sia destinatario in breve termine di specifici aiuti. «Durante la pandemia abbiamo affermato che per superare un momento di gravità eccezionale servivano interventi dello Stato altrettanto eccezionali. Lo stesso vale adesso: stiamo attraversando una congiuntura particolarmente complicata a motivo dell'onda lunga del covid e della crisi internazionale che si ripercuote, a cascata, pure nel locale. Le nostre aziende hanno bisogno di agevolazioni e sostegni diretti». Aglio conclude: «Al di là delle oggettive difficoltà di reperimento delle materie prime agricole, e dei prezzi in crescita in maniera esponenziale, sono in atto dei fenomeni di speculazione lungo la filiera che non sono giustificabili».

Ultimo aggiornamento: 15:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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