ARQUÀ-VILLAMARZANA - Altro che spiragli positivi per il futuro, all'ultimo incontro del tavolo in Regione sulla vertenza dei lavoratori del magazzino Geodis sono emersi segnali preoccupanti anche per il presente, visto che i 130 lavoratori Face work rischiano di non vedersi riconosciuti nemmeno gli stipendi attuali, ben prima dell'annunciata chiusura del magazzino il 31 luglio.
«Novità clamorose e per nulla positive - sottolinea Matteo Poretti, segretario generale Filt Cgil Rovigo - siamo di fronte alla violazione più clamorosa del protocollo di legalità sulla logistica che abbiamo firmato con la Regione e all'evidenza che questo settore vive in molti casi di mancato rispetto delle norme e di sfruttamento selvaggio del lavoro».
SENZA SOLDI
L'azienda Face work, che lavora in appalto per Geodis nell'impianto della macroarea di Arquà Polesine e Villamarzana, al completo servizio di Amazon, spiega Poretti, «ha rivelato di non avere le risorse per pagare gli stipendi dei lavoratori per il mese di aprile.
LA VISITA DEL VESCOVO
Sabato i lavoratori in presidio permanente hanno ricevuto l'importante visita del vescovo di Rovigo Pierantonio Pavanello, accompagnato da don Vincenzo Cerutti, parroco di Arquà Polesine. «Una testimonianza di solidarietà e fratellanza - rimarca Poretti - fuori da una retorica di maniera: le parole del vescovo sono state di vera umanità, di vicinanza, di consolazione e sostegno, a conferma di una Chiesa che decide di stare al fianco di chi si guadagna il pane col proprio sacrificio, di chi rivendica una condizione dignitosa».
La vertenza e la mobilitazione hanno davvero bisogno di tutti. Intanto, fa presente ancora Poretti, «sia Cgil, Cisl e Uil, sia l'assessorato al lavoro del Veneto hanno concordato che se entro martedì 18, in una riunione in cui abbiamo chiesto la presenza anche dei legali delle due società, non verrà assicurato il pagamento del dovuto, il tavolo sarà trasferito al ministero del Lavoro».