Neonato resta ustionato in ospedale: il parto senza complicazioni. Nel mirino la termoculla

Giovedì 1 Dicembre 2022 di Francesco Campi
Termoculla (foto di archivio)
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ADRIA - È venuto alla luce venerdì, un parto nei tempi e senza complicazioni. Ma il giorno dopo il neonato è stato trasferito, insieme alla mamma, prima dall'ospedale di Adria, dove è avvenuto il parto, a quello di Rovigo e poi, addirittura a Verona, perché era necessario un suo ricovero nella Terapia intensiva neonatale. Tutto per delle ustioni comparse sul suo piccolo corpicino. Sulle quale l'Ulss Polesana fa sapere di aver avviato tutti gli accertamenti del caso: «Sono state vagliate tutte le possibili ipotesi si spiega dalla direzione dell'azienda sanitaria - siamo i primi a voler capire cosa sia successo e seguiamo l'evoluzione clinica del piccolo che, a quanto risulta, dovrebbe essere presto trasferito dalla Terapia intensiva neonatale alla Pediatria, sempre all'ospedale di Verona, segno di una tendenza al miglioramento.

Siamo vicini alla famiglia e quanto accaduto ci dispiace tantissimo, un questo momento stiamo facendo tutte verifiche per capire cosa sia successo e perché».

LA VICENDA
Ripercorrendo i punti certi della vicenda, dopo la nascita, venerdì sera, la mattina di sabato il piccolo ha presentato alcuni segni di ipotermia, motivo per il quale è stata deciso un percorso terapeutico adeguato con l'utilizzo della termoculla, l'incubatrice che abitualmente si usa per i bambini prematuri. «La termoculla è perfettamente funzionante e non ha problemi di sorta, è stata la prima cosa che abbiamo verificato», sottolineano ancora dall'Azienda sanitaria. Tuttavia, nel corso della giornata di sabato sulla pelle del bambino, continuamente monitorato, iniziano a comparire strani segni, lesioni cutanee che sono state poi inquadrate come ustioni. Se la termoculla non sembra essere stata la causa di queste ustioni, cosa può essere stato, allora, a ferire la delicata pelle del neonato? «Attendiamo che sia completata la relazione dopo che sono state raccolte tutte le testimonianze degli operatori che hanno prestato assistenza al bambino ed è stata analizzata tutta la documentazione».

LE IPOTESI
Una delle ipotesi circolate è che si possa essere trattato di una borsa dell'acqua calda. «Non vengono usate borse dell'acqua calda come quelle della nonna si chiarisce ancora dalla direzione aziendale ma ci sono comunque degli ausili con funzionamento analogo che vengono utilizzati in certe situazioni e che contengono un liquido riscaldato». Dall'Ulss, però, non si avvalora alcun tipo di ipotesi e si ribadisce che «gli accertamenti sono tutt'ora in corso».

 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 23:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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