Si riaffaccia la 'ndrangheta in provincia: due arresti in Alto Polesine

Martedì 6 Settembre 2022 di Francesco Campi
I carabinieri hanno eseguito i blitz

ROVIGO - L’ombra della ‘ndrangheta torna ad affacciarsi in Polesine. Due gli arresti eseguiti, in Alto Polesine, nell’ambito di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, avviata dai Carabinieri di Bergamo su alcune condotte estorsive da parte di alcuni soggetti ritenuti collegati a ‘ndrine calabresi, il cui sviluppo ha portato, dopo il coinvolgimento anche della Guardia di Finanza, alla ricostruzione di un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro. Indagini culminate ieri con perquisizioni in tutta Italia e con l’esecuzione dell’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, che ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca di oltre 6,5 milioni e la custodia cautelare in carcere o ai domiciliari per 33 persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività di una nota cosca ‘ndranghetistica del crotonese in relazione a reati di usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari. Il clan in questione sarebbe la famiglia Arena di Isola di Capo Rizzuto.
Non è stato chiarito, al momento, il ruolo delle due persone arrestate in Polesine, entrambe finite ai domiciliari.

In ogni caso, come si ribadisce nella nota congiuntamente diramata da Finanza e Carabinieri, «i destinatari dei provvedimenti eseguiti sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva».

IL SISTEMA SCOPERTO
Le accuse, tuttavia, non sono di poco conto. In particolare, le false fatture, riconducibili ad almeno sette società “cartiere”, intestate a prestanome o imprenditori compiacenti, con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria, sarebbero servite per “lavare il denaro”, riciclando i guadagni delle attività delittuose del clan Arena. La mano delle ‘ndrine, quindi, avrebbe in qualche modo toccato anche il Polesine, che come ribadito dal comandante provinciale della Guardia di Finanza Antonio Morelli, commentando i dati della Cgia di Mestre sul rischio usura, non è purtroppo immune a fenomeni di infiltrazioni. E fra l’altro, le attività investigative della maxii nchiesta bresciana hanno proprio permesso di far emergere riscontri circa condotte usurarie denunciate da alcuni imprenditori in difficoltà. La contingenza economica, con l’ondata di rincari strabilianti dei costi energetici, rischia proprio di offrire terreno fertile alle associazioni di stampo mafioso. Questa indagine, dunque, è importante anche come monito per tenere particolarmente alta l’attenzione.
Secondo quella che è l’ipotesi accusatoria, inoltre, alcuni professionisti contabili, attraverso la propria opera di consulenza, sono indiziati di avere ideato e attuato modelli seriali di evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale. Sarebbe anche emersa la compiacenza di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, destinatario di misura cautelare personale per l’ipotesi di corruzione, perché a fronte di sistematici compensi, secondo la ricostruzione investigativa si sarebbe reso disponibile ad agevolare l’erogazione di alcuni servizi di natura fiscale richiesti da uno dei contabili.
Due anni fa a Rovigo erano state eseguite perquisizioni nell’ambito di un’operazione congiunta di Carabinieri di Padova e Finanza di Mirano, diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia, culminata con l’arresto di un uomo, ritenuto legato alla ‘ndrina Grande Aracri di Cutro, accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, già ai domiciliari, perché coinvolto nella precedente analoga operazione “Camaleonte”. Così come, l’anno prima, Rovigo era stata toccata dall’operazione “Fiore reciso”, diretta dalla Dda di Padova, con 16 arresti, fra i quali tre persone già finite in una precedente indagine della Dda di Catanzaro, ritenute l’appoggio logistico alle cosche della ‘ndrangheta in Veneto.

Ultimo aggiornamento: 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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