Mutandine appese per segnalare le "lucciole": sigilli alla villetta

Mercoledì 27 Marzo 2019 di Francesco Campi
Mutandine appese per segnalare le "lucciole": sigilli alla villetta
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ROVIGO Due mutandine sul cancello, in una sorta di evoluzione delle lanterne rosse utilizzate come insegna per indirizzare i clienti nell'appartamento dove lavoravano due lucciole cinesi ed evitare che suonassero i campanelli ai vicini, come più volte era successo. Lunedì, però, la casa chiusa, una villetta di testa di una schiera racchiusa fra i condomini della Commenda, al numero 26 di via Galilei, con giardinetto sul davanti e sul retro, è stata sigillata dalla polizia.
BLITZ A MEZZOGIORNO L'operazione è scattata attorno a mezzogiorno: oltre al sequestro preventivo, disposto dal giudice per le indagini preliminari che ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero che ha coordinato l'attività della Mobile rodigina, i poliziotti, con pettorine d'ordinanza, hanno dato vita anche a un'accurata perquisizione dell'abitazione che si sviluppa su due piani, tre camere, una cucina e un bagno, pulita e in buone condizioni nonostante la facciata un po' fatiscente. All'interno in quel momento, oltre ad una gran quantità di confezioni di profilattici, si trovavano due donne, entrambe sopra la trentina, clandestine e poco propense a parlare. Un copione che si ripete spesso. All'esterno, invece, mentre si svolgevano le operazioni una residente nella zona non ha mancato di rivolgere il proprio plauso ai poliziotti: «Bravi, finalmente». E anche questo sembra rientrare in un canovaccio non scritto che contraddistingue le vicende legate alla prostituzione.
SQUADRA MOBILE L'indagine, condotta dalla Prima sezione della Squadra mobile di Rovigo, ha preso le mosse proprio dalla segnalazione di persone che vivono nei paraggi e alle quali non era sfuggito il viavai furtivo di uomini in quella villetta anonima. Uomini di ogni età, giovani e anziani, di ogni estrazione sociale e stato civile. Dopo attività di osservazione ed accertamento sembrano emersi elementi tali da portare a formulare l'ipotesi di reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Su questo, però, gli inquirenti, non forniscono dettagli. Sia perché le indagini sono ancora in corso, sia perché si tratta di ipotesi di reato sempre border line. La vendita del proprio corpo in cambio di denaro, infatti, nel nostro ordinamento non è un reato, lo sono però una serie di fattispecie che solitamente, anche se spesso molto difficilmente dimostrabili, ruotano attorno a questo fenomeno: il reclutamento, lo sfruttamento, il favoreggiamento, l'induzione, la tratta.
INDAGINI APERTE Le due donne identificate al momento del blitz non sembrano aver fornito alcuna indicazione utile a chiarire il quadro: se fossero due vittime o se una delle due fosse una sorta di maitresse, se fossero sempre state loro due o ci siano stati degli avvicendamenti, non è dato saperlo. Ma il sequestro preventivo della casa chiusa è comunque un importante risultato ottenuto dalla Mobile, guidata dal commissario capo Gianluca Gentiluomo, che permette di cristallizzare lo stato delle cose e interrompere quelle che vengono ritenute attività delittuose.
IL PRECEDENTE E non è, fra l'altro, il primo, nonostante non si tratti di una misura frequente: il 2 ottobre scorso era stata perquisito e posto sotto sequestro un appartamento al numero 38 di via Carducci. Non è chiaro se vi sia una connessione fra le due indagini, ma gli elementi di similitudine sono numerosi. Anche in quel caso, all'interno, nessun cliente e due donne, entrambe senza regolari documenti, che hanno offerto ben poca collaborazione, sia per una comune ritrosia di fronte agli uomini in divisa e il timore di eventuali ritorsioni nei loro confronti, sia per evidenti limiti linguistici, essendo la loro conoscenza dell'italiano, almeno in apparenza, limitata all'indirizzo dell'appartamento, alle tariffe e ad alcune specialità.


    
Ultimo aggiornamento: 10:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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