L'"Orso" si è fermato: il jazz piange Enzo Valsecchi, pianista e manager musicale

Domenica 26 Giugno 2022 di Nicola Astolfi
Musica in lutto per la scomparsa di Enzo “Orso” Valsecchi (nella fofo 2. da destra)
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ROVIGO - La musica era la felicità. E nemmeno la malattia contro la quale lottava da 2 anni, aveva cambiato il senso del vivere che Enzo “Orso” Valsecchi aveva scelto per illuminare il tunnel del tempo, e trasformarlo da “Tempo che passa” in tempo da condividere. Perché la musica, come la vita, si può fare in un solo modo: insieme. Così, lo spirito della musica non l’ha mai abbandonato. Tanto che con la Half cigar blues band poche settimane fa, e con la Bob band stasera, era nel cartellone dell’Etna music summer 2022 dove “Orso”, 70enne, aveva sperato fino all’ultimo di suonare ancora. «È stato uno dei festival - e all’Etna aveva portato nomi “spaziali” come Steve Turre e Beppe Gambetta - di cui era ideatore e direttore artistico. Ma la finestra di speranza era stata chiusa dal peggioramento delle condizioni di salute». Trasferito giovedì scorso all’hospice di Lendinara, se n’è andato venerdì sera.

LA STORIA

Manager musicale, pianista e hammondista, per tanti anni aveva collaborato nello staff di Umbria Jazz. Aveva iniziato dai lavori più umili come distribuire il merchandising, e negli anni s’era conquistato la fiducia di tutti diventando direttore di palco del Teatro Morlacchi. Era stato anche responsabile della sicurezza sul palco in eventi come gli storici concerti di Miles Davis allo stadio “Renato Curi”. In uno di questi diceva, con la sua ironia, di essersi sistemato nella posizione giusta per ricevere la condensa che, dal vapore acqueo del suo respiro, il divino Miles doveva drenare dalla tromba: «Per me ogni volta era come un battesimo», ricordava “Orso”. E l’amore per il Jazz se l’era quasi tatuato “per intero”. Raccontava che alle iniziali dei figli Jessica e Andrea, che lascia insieme alla moglie Ivana, avrebbe voluto aggiungere le iniziali dei prossimi due figli, Zoe e Zaccaria, per avere così tatuato “Jazz” sul braccio. Dopo una vita come road manager di tante band e artisti - tra loro anche Antonello Venditti e Marco Masini - e aver fondato un’agenzia che aveva sede in via Celio in locali messi a disposizione dalla redazione della Repubblica Veneta, negli ultimi anni s’era iscritto al Conservatorio “Venezze” e aveva conseguito la laurea di primo livello in pianoforte Jazz.

IL PIANOFORTE

Al piano era già un artista, e con l’esperienza che aveva alle spalle avrebbe potuto ricevere una laurea ad honorem. Ma sapeva bene che alla base di ogni musicista ci sono esercizio e studio continuo: così, ripeteva, «non devono esserci spartiti sul palco: quello che sai l’hai imparato prima» e l’attenzione di un musicista va solo ai musicisti che ha a fianco. La magia della musica, infatti, nasce quando si suona insieme per la prima volta. In poche ore, sono arrivati a centinaia i messaggi di cordoglio sul profilo Facebook di “Orso”, a testimoniargli la gratitudine d’aver conosciuto in lui una persona che forse come nessuno ha vissuto la musica e la vita con più passione. Assieme all’amore per la musica, lo contraddistingueva l’ironia. Tanto da voler scrivere un libro di aforismi: “Un aforisma al giorno... chiama il medico di turno”. Niente cose alla Giovanni Trapattoni, tipo “La palla non è sempre tonda, a volte c’è dentro il coniglio”, ma piuttosto - per dirla a la Stefano Benni - un modo per ricordarsi che mentre la filosofia cerca le verità ultime, l’ironia trova le verità penultime.

JAZZ E BLUES

“Orso” aveva raccontato le sue esperienze anche come relatore alla rassegna “Focus on Jazz”, che nel 2017 il Rovigo Jazz Club aveva organizzato in Pescheria nuova per “mettere a fuoco” le realtà musicali del territorio: «Enzo era un racconto dietro l’altro su Jazz e Blues: nella sua vita aveva inseguito un sogno e l’aveva realizzato - ricorda Andrea Boschetti, direttore artistico del Rovigo Jazz Club -. E “rivendicava” anche la paternità del primo Jazz club a Rovigo, con i concerti organizzati alla trattoria Il bersagliere». Musica e aforismi (che “Orso” definiva in modo ben più colorito) resteranno a raccontare che il trascorrere del tempo non intacca le emozioni vissute insieme: queste, sono un sentire immenso, e come sul palco, anche lassù “Sopra l’arcobaleno”, “l’ultima nota che suona uno strumento, è l’inizio che suona qualcun altro”. I funerali si svolgeranno martedì alle 11 in Duomo.

Ultimo aggiornamento: 12:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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