Nel minibus precipitato a Capri anche una famiglia polesana: feriti genitori e figli

Domenica 25 Luglio 2021 di Roberta Paulon
Il minibus uscito di strada a Capri, con la morte del conducente. A bordo anche una famiglia polesana di Castelmassa

ROVIGO È coinvolta una famiglia dell’Alto Polesine nell’incidente del minibus avvenuto giovedì in tarda mattinata a Capri. La famiglia di Davide Baldo, di Castelmassa, era a bordo del mezzo guidato da Emanuele Melillo, unica persona deceduta nell’incidente.
Il padre, la moglie e i due figli (maschio e femmina) stavano visitando Capri. Come molti altri turisti erano intenzionati a girare per la località e salire alla famosa piazzetta con il trasporto funicolare, che però giovedì mattina non era in funzione, ragione per cui il minibus a 14 posti ospitava in realtà oltre 20 passeggeri al momento dello schianto. Uno dei due figli è uno dei due bambini che sono stati trasportati all’ospedale pediatrico Santobono, le cui condizioni erano state valutate come gravi. Non è in pericolo di vita, ma nell’incidente ha riportato diverse fratture scomposte, molto dolorose soprattutto, richiedendo il trasporto con l’elisoccorso, trattate poi con un intervento chirurgico effettuato nella struttura pediatrica specializzata.
Li ha raggiunti via messaggio un amico di famiglia, di Castelmassa. «Consapevoli che sarebbe potuta andare molto peggio, si stanno riprendendo fisicamente. Nessuno di loro è in pericolo di vita, ma la strada del recupero è lunga soprattutto per il ragazzo che ha avuto diversi traumi. Sperano di tornare il prima possibile».
La famiglia è molto conosciuta sia a Castelmassa che a Ceneselli per la professione del padre che ha uno studio dentistico, ragione per cui in molti in questi giorni sono vicini ai familiari.
Tutta la stampa nazionale ha parlato dell’episodio che ha ovviamente avuto una grande eco anche in Alto Polesine dove abitano i Baldo.

L’INDAGINE
Sul caso intanto si continua a indagare: c’erano 23 passeggeri e i testimoni più vicini alla postazione del conducente, hanno visto ciondolare la testa dell’autista stesso pochi secondi prima che l’autobus iniziasse a sbandare verso destra e poi volare giù per 5-6 metri all’altezza di Marina Grande. Il veicolo è precipitato toccando terra con la parte anteriore senza lasciare chance di sopravvivenza all’autista. Va detto, però, che le cause della morte di Melillo sono al vaglio: tra le ipotesi c’è quella del malore, ma si devono attendere i riscontri dell’autopsia. Gli altri passeggeri hanno riportato ferite, ma nessuno è in pericolo di vita, nemmeno l’altro bambino di 4 anni portato in elisoccorso, come il polesano, al Santobono di Napoli.
A bordo c’erano turisti francesi, libanesi, romani, la famiglia polesana e persone del posto.

I soccorsi hanno richiesto diverse ore. L’isola non poteva da sola gestire un numero di feriti così grande, quindi da Napoli è partita una squadra di medici di supporto con gli elicotteri che si sono alzati in volo per portare a Napoli i feriti più gravi e i due minori. Otto passeggeri sono rimasti feriti solo lievemente e dopo essere stati medicati, non hanno ritenuto necessarie ulteriori cure, rifiutando il ricovero.

Ultimo aggiornamento: 18:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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