Il mercato ha rianimato il centro superando la paura del coronavirus

Mercoledì 26 Febbraio 2020 di Enzo Fuso
Il mercato del martedì a Rovigo con l'effetto coronavirus
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ROVIGO - La decisione è arrivata nella tarda mattinata di lunedì e subito il tam-tam dei telefonini ha diramato la notizia che il mercato del martedì nel capoluogo si sarebbe svolto regolarmente. Un respiro di sollievo per gli operatori su aree pubbliche, ma anche per molti esercenti dei bar e dei negozi che dal mercato settimanale traggono risorse e incassi altrimenti perduti. Tuttavia una decisione molto sofferta per la giunta, il male minore in un panorama di grande incertezza, con i sindaci chiamati a decidere sulla pelle dei loro cittadini. Con il Covid-19, o più semplicemente coronavirus, non si scherza.

RISCHI VALUTATI
Alla fine è arrivata la decisione di far svolgere regolarmente il mercato anche per dare un segno di fiducia e di speranza alla gente, traumatizzata dalle notizie provenienti dalla televisione. Dare il via libera al mercato voleva dire favorire i contatti tra la gente e questo era il rischio maggiore che si doveva evitare. Tuttavia il mercato si svolge all’aperto, su grandi spazi e il contatto molto vicino fra cliente ed esercente non c’è. Quel metro e mezzo di distanza da tenere fra una persona all’altra, tra i banchi in piazza, è facile da ottenere. Quindi, se da un lato un ambiente chiuso può essere regolamentato, quello all’aperto si presta molto di più alla dispersione di eventuali situazioni patologiche.
Fra domenica e lunedì le decisioni erano state a macchie di leopardo: Polesella no, Trecenta e Lusia sì, Villadose “ni” e altri, come nel Ferrarese, aperti e basta. Da notare che il mercato poteva servire anche come ammortizzatore per la caccia alle derrate alimentari che si era scatenata in questi giorni, svuotando gli scaffali dei supermercati quando la stessa merce si poteva trovare al mercato. Anche questo effetto calmieratore non era da sottovalutare.

I COMMENTI
Come la pensano i protagonisti, gli operatori su aree pubbliche e i titolari dei bar o esercizi pubblici che fanno da contorno al mercato ? «Una decisione saggia quella di permettere lo svolgimento del mercato - risponde Giacomo Bombonato - senza sottovalutare i rischi, ma anche senza inutili allarmismi. Ritengo che il Comune abbia agito con molto buon senso». Thomas Cappato sottolinea che «si torna alla normalità, con fatica, ma si torna a vedere le solite cose, gli amici con i quali scambiare due parole».
Mauro Canazza evidenzia che «non c’era l’obbligo di esserci, chi voleva faceva un salto, anche per rassicurare i propri clienti».
«Non ci aspettavamo niente - si allaccia Giacomo Argelli - sapevamo che la gente non sarebbe arrivata in massa, ma abbiamo voluto esserci anche per dare un segno di continuità».
Alberto Bandi dice di avere una sua idea: «Fuori il pericolo è minore. Non siamo tutti attaccati l’uno all’altro. Non ci sono contatti, anche tra venditore e cliente. In mezzo c’è sempre il banco».
Giuseppina Ghirotti ci sorride anche su: «Se non va al mercato, mio marito è nervoso, mi fa venire il mal di testa, Meglio al mercato che averlo in casa».

GLI ESERCIZI PUBBLICI
Enrico Portesan, del bar Nazionale, racconta che «dopo un avvio in sordina, la gente è arrivata normalmente. In alcuni momenti è sembrato un martedì come tanti. La gente ha voglia di muoversi, di ritrovarsi senza per questo dimenticare quello che stiamo attraversando».
Marisa Bedendo, di Giornale & caffè, nota le differenze: «Lunedì non c’era nessuno. Non abbiamo lavorato. Oggi abbiamo cominciato a lavorare proprio con gli ambulanti, poi sono arrivati anche i nostri soliti clienti. Meno, ovviamente, ma non zero come ieri». Michele Pasetto della pasticceria La Favorita lo conferma: «Cominciamo con gli ambulanti, sono i nostri primi clienti. I più mattinieri, poi sono arrivati anche gli altri. Direi una giornata tranquilla e serena».

AFFARI SCARSI
Pochi, però, gli affari conclusi, ma niente musi lunghi. Per molti l’esserci era già qualcosa. Pochi anche le defezioni, più accentuate solo verso l’inizio del Corso. Alla fine è stato un tranquillo martedì di mercato, anche se la paura del virus aleggiava minacciosa nell’aria e tutti si sentivano felici di essere lì in quel momento, come in un giorno qualsiasi.
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