Blitz contro i "predoni del Po": 6 denunce e maxi sanzioni

Lunedì 21 Marzo 2022 di F. C.
Una parte del pesce pescato in barba a tutti i divieti e trasportato senza alcun rispetto delle norme igieniche
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Sei denunce, quasi una tonnellata di pesce illegalmente catturato o trasportato finita sotto sequestro e 4.500 euro di sanzioni: è questo l’esito di una vasta operazione contro i predoni di fiumi, laghi e canali, che è stata condotta dai carabinieri del Reparto operativo Soarda, la Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno degli animali di Roma, insieme ai colleghi delle Stazioni di Adria, Porto Tolle, Rovigo e Trecenta del Gruppo Carabinieri Forestale di Rovigo, a quelli dei Nuclei Tutela Biodiversità del Boscone della Mesola e di Casalborsetti, a quelli del Reparto Carabinieri Biodiversità di Punta Marina ed a quelli del Gruppo Carabinieri di Mantova.

In totale, 15 i militari, insieme a 12 guardie ittiche volontarie della Fipsas, la Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee, che sono passati all’azione in due distinte operazioni , sempre nottetempo, nei giorni scorsi, seguendo e cogliendo sul fatto quattro gruppi di pescatori di frodo che si sono dedicati a due battute illegali “in trasferta”.

Tutti di origini romene e provenienti dal Basso Polesine, a Taglio di Po, Adria e Rosolina, dove si sono radicati. E dove hanno le loro basi operative.

Due coppie di predoni hanno risalito il Po fino a San Benedetto Po, nel tratto mantovano, dove la pesca di professione è assolutamente vietata. Ma questo non li ha fermati e hanno calato quasi un chilometro di reti tirando su praticamente mezza tonnellata di pesci di ogni tipo, che hanno poi ammassato nel loro furgone in condizioni igieniche così precarie che il veterinario dell’Ulss Polesana che è stato chiamato a valutare lo stato del pesce, una volta che i predoni erano stati fermati, ha disposto che fosse avviato a distruzione perché inidoneo al consumo umano.

Altri due gruppi, per un totale invece di sei predoni, si sono spostati fino in Toscana, per raggiungere il Lago di Chiusi , in provincia di Siena, un invaso particolarmente rilevante dal punto di vista ambientale tanto da ospitare, in una sua parte, un’oasi del Wwf. In barba a tutto questo i bracconieri hanno calato 900 metri di rete e prelevato 250 chili di pesci, fra i quali anche 10 grossi esemplari di luccio, specie particolarmente protetta.

Tutto il pesce che è stato sequestrato nella doppia operazione, quasi 800 chili in tutto, è stata posta sotto sequestro e gli esemplari ancora vivi sono stati immediatamente liberati nel Canabianco a Baricetta, frazione adriese, mentre quelli morti sono stati destinati alla distruzione. Attrezzature e furgoni sono stati ugualmente sequestrati, mentre sei dei predoni sono stati denunciati. Complessivamente il valore delle sanzioni amministrative che sono state elevate ammonta a 4.500 euro. Ora i controlli, fa sapere il GRuppo Carabinieri Forestale Rovigo i controlli si andranno ad incentrare anche nella rete di commercializzazione, che pare essersi strutturata anche con il sostegno di compiacenti operatori italiani del settore del mercato del pesce fresco.

Ultimo aggiornamento: 18:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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