Padre e marito padrone minacciava la figlia e picchiava la moglie: 6 anni di prigione

Venerdì 14 Ottobre 2022 di Francesco Campi
Padre e marito padrone minacciava la figlia e picchiava la moglie: 6 anni di prigione
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ROVIGO - «Se ti metti insieme a un italiano ti brucio e ammazzo tua madre e tua sorella». Una frase agghiacciante che un padre di origini marocchine avrebbe rivolto a figlia e moglie al culmine di una delle frequenti e violente liti, condite offese pressoché quotidiane, ma anche da coltelli sventolati minacciosamente, oggetti lanciati addosso alla moglie come una sedia, una bicicletta e perfino una teiera piana d’acqua bollente. Il tutto è emerso nel corso di un processo per maltrattamenti in famiglia che ieri ha visto condannato dal Collegio del Tribunale di Rovigo un 54enne residente in Polesine a 6 anni di reclusione, con le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e della sospensione della potestà genitoriale per 12 anni, oltre al pagamento di un risarcimento di 15mila euro alla figlia e di 20mila euro alla moglie. Il pubblico ministero Ermindo Mammucci aveva chiesto addirittura una pena di 11 anni di carcere per l’imputato.

LA SITUAZIONE

Un processo che ha aperto uno squarcio sul dramma di una famiglia segnata dalla violenza di un “padre padrone”, ma anche sui problemi che purtroppo, in forme più o meno gravi, ancora molti immigrati di seconda generazione si trovano ad affrontare nel loro essere figli di due culture. Nel lungo capo di imputazione, si ripercorrono fatti che vanno dal 2008 fino al luglio dello scorso anno. Oltre alle minacce alla figlia per impedirle di frequentare ragazzi italiani, che risalgono al giugno dello scorso anno, anche quelle alla moglie, negli stessi giorni, alla quale ha detto che, nel caso avesse chiesto il divorzio, le avrebbe gettato l’acido addosso e le avrebbe dato fuoco. E l’8 luglio, in uno degli ormai sempre più frequenti litigi, ha preso la moglie per un polso e l’ha colpita con dei pugni. Risale a questa data l’informativa di reato dei carabinieri. Comunque, già nel gennaio precedente, le aveva stretto le mani al collo iniziando a strangolarla, ma la donna era però riuscita a divincolarsi. Già nel 2008 l’aveva colpita con una sedia in testa, mentre nel 2014 le aveva scagliato contro una bicicletta, ferendola ad una tempia. Nel 2019, invece, le aveva lanciato addosso un bollitore elettrico pieno di acqua bollente, ustionandola alla schiena. Nel 2009, si riporta ancora nel capo d’imputazione, ha percosso al volto la figlia perché dopo la scuola era andata a casa di un compagno invece di tornare a casa.

LE MINACCE

Mentre nell’estate del 2020, un altro grave episodio, quando ha minacciato la moglie e la figlia brandendo un coltello e mimando il gesto dello sgozzamento. Le due donne sono fuggite trovando rifugio nella casa dei vicini, con l’uomo che le ha inseguite minacciando anche i vicini che se avessero osato chiamare i carabinieri avrebbe ucciso tutti. Insomma, fatti che secondo quanto poi riferito dalle vittime, avrebbero reso la loro vita un inferno, causando loro «sofferenze fisiche e psicologiche tali da rendere mortificante ed intollerabile l’esistenza».
 

Ultimo aggiornamento: 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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