Maltrattamenti in famiglia dal padre padrone sui due figli, condannati entrambi i genitori

Mercoledì 9 Settembre 2020 di Francesco Campi
Il tribunale di Rovigo
Una condanna a 2 anni e 8 mesi per maltrattamenti in famiglia, nei confronti di un “padre padrone”, un ultra70enne residente in un comune altopolesano accusato non solo di aver trattato come una serva la sua giovane compagna, impedendole di parlare al telefono con i parenti e vietandole di uscire, ma anche di aver tenuto atteggiamenti vessatori e minacciosi nei confronti dei figli, umiliandoli, minacciandoli, picchiandoli e aggredendoli verbalmente con epiteti di ogni tipo.

A rendere ancora più cupo il quadro accusatorio, il fatto che uno dei due figli sia affetto da una grave patologia cerebrale, che comporta difficoltà nei movimenti volontari, nella stazione eretta e nella deambulazione: nemmeno questa circostanza lo avrebbe frenato dal tenere nei confronti del piccolo, al tempo in età prescolare, atteggiamenti violenti e particolarmente offensivi.

LA COMPAGNA
Insieme a lui, sul banco degli imputati, anche la compagna, di oltre vent’anni più giovane, di origine straniera, che figurava nel doppio ruolo di vittima e accusata e che è stata condannata a sua volta a 1 anno e 5 mesi con la sospensione condizionale. Alla donna, infatti, l’uomo avrebbe riservato una condotta improntata alla totale mancanza di rispetto, rivolgendole, senza curarsi della presenza dei due bambini piccoli, la minaccia di ucciderla tagliandole la gola e offendendola con appellativi di ogni tipo. E arrabbiandosi, per esempio, quando parlava al telefono con i parenti lontani, intimandola di non chiamarli più altrimenti l’avrebbe cacciata di casa insieme ai figli. Non solo, ma le avrebbe anche abitualmente vietato di incontrarsi con i vicini, obbligandola a non uscire, lasciandola spesso senza soldi e senza telefono. La donna, se da una parte è chiaramente riconosciuta come parte offesa dei comportamenti del compagno, è stata a sua volta accusata del medesimo reato di maltrattamenti nei confronti dei figli perché non solo avrebbe assistito agli episodi di aggressione fisica e verbale del convivente verso i due bimbi senza difenderli, ma li avrebbe lei stessa più volte schiaffeggiati, offesi e umiliati.
I fatti oggetto del processo, accaduti fra 2014 e 2015, sono stati ricostruiti sulla base di un accurato lavoro d’indagine coordinato dalla Procura, che ha visto l’intervento di polizia, carabinieri e dei Servizi sociali. Il maggiore dei due bambini era stato anche sentito in forma protetta alla presenza di una specialista. Per entrambi i minori vi è stata la costituzione di parte civile tramite l’avvocato Anna Osti, mentre la difesa del padre e della madre era affidata rispettivamente agli avvocati Gianluca Pertoldi e Dania Pellegrinelli.
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Ultimo aggiornamento: 08:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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