Pesca e agricoltura in ginocchio dopo il fortunale: la conta dei danni

Domenica 4 Agosto 2019 di Anna Nani
Una delle strutture dei pescatori distrutte a Porto Tolle
PORTO TOLLE - Dopo il tornado che ha colpito il Delta venerdì nel tardo pomeriggio, è iniziata la conta dei danni. A Corbola, Ariano e Porto Tolle tanti sono gli alberi caduti e in alcune zone la corrente non era ancora stata ristabilita fino al tardo pomeriggio di ieri. Se in alcune strade di Ariano l’energia è stata ridata nel tardo pomeriggio, per esempio, in frazioni come Rivà e Monti non era ancora arrivata alle 19.
 
«Ci mancava solo questa con tutti i problemi che abbiamo con i diritti esclusivi di pesca - dichiara Luigino Marchesini, presidente del Consorzio pescatori del Polesine, dopo i primi sopralluoghi - una cosa del genere non si era mai vista: barche e cavane distrutte. Tetti che sono volati via un po’ in tutto il territorio e tanti alberi caduti. Oltre alla tristezza per quanto successo, adesso i nostri pescatori sono ancora più arrabbiati di prima».
Parla di una trentina di barche tra affondate e finite sugli scogli Mattia Bonandin, presidente del Mercato ittico di Scardovari che come i colleghi è impegnato da venerdì sera a tentare di salvare il salvabile. «Tutti gli operatori sono scesi in Sacca e siamo stati tutti unanimi nel dire che una cosa del genere non si era mai vista - commenta Bonandin - ho 37 anni, ho parlato anche con i pescatori più anziani, ma mai era successo un disastro di simili proporzioni. Secondo alcuni rilievi il vento viaggiava intorno ai 170 chilometri orari».
Racconta ancora il presidente: «Quando siamo arrivati, ci siamo subito resi conto della gravità della situazione con cavane rase al suolo e le barche affondate. Nel nostro nuovo distributore si è rovesciato addirittura il container degli uffici e della centralina elettrica. Per non parlare dei danni ai vivai delle cozze in Sacca e in mare».
Ieri mattina sono proseguite le operazioni di recupero e documentazione per lo stato di crisi per eventi eccezionali che è stato dichiarato dal governatore Luca Zaia, mentre Bancadria ha messo a disposizione un plafond di pronto intervento di iniziali 5 milioni. «Abbiamo fatto entrare in Sacca un pontone per sollevare le barche e portarle al nostro pontile di alaggio dove cercare di recuperare il salvabile - riprende Bonandin - a bordo c’era tutta l’attrezzatura e abbiamo perso tutto. Inoltre abbiamo chiamato un sub che andasse a legare bene le altre imbarcazioni. Si tratta di un danno economico non da poco per il nostro comparto, senza contare le giornate di lavoro che perderemo non avendo i mezzi».
Anche Gianluca Corradin, pescatore di lungo corso e proprietario del ristorante Al fritulin, racconta: «Posso dire che è stato un vero disastro. Stamattina appena uscito per andare a pesca mi sono reso conto della gravità. Saranno almeno 25 le barche danneggiate tra affondate e quelle adagiate sugli scogli: sembrano messe lì apposta. Sono convinto che una gru non sarebbe riuscita a metterle in posizioni simili, per non parlare dei danni ai capanni. A ottobre era stata colpita soltanto una zona della Sacca, stavolta ci sono danni lungo tutta la laguna, non si riesce a fare 100 metri senza trovare un capanno o un’imbarcazione affondata. Ieri sera fortunatamente ero stato avvisato e sono riuscito a salvare la mia barca in extremis, il ristorante purtroppo ha subito danni alla copertura della terrazza e altri più lievi, ma comunque fastidiosi. Siamo aperti, ci lecchiamo le ferite e pian piano, da bravi veneti, sistemeremo il tutto».
Non soltanto danni per la pesca, ma anche per l’agricoltura come spiega Fabrizio Cavallari, vicepresidente della Cosva «L’agricoltura è già in crisi e adesso ci è capitata anche questa. Stiamo aspettando il perito per i danni alle strutture di stoccaggio e siamo costretti a rimanere fermi anche con l’officina».
Danneggiamenti al comparto pesca, a quello agricolo, alle abitazioni e anche ambientali, considerato che a rimetterci è stata anche una parte della pineta Cassella. Da Polesine Camerini a Donzella, passando per Ca’ Mello e Tolle, la conta è appena iniziata con la Protezione civile, la Polizia locale, i Carabinieri e i Vigili del fuoco che sono stati in azione anche per tutto ieri.
«È dalle 18 di venerdì che sono per strada - dichiara il sindaco Roberto Pizzoli - la situazione è in netto miglioramento. Avevamo garantito le arterie principali con i volontari e le ditte che lavorano per il nostro comune che abbiamo attivato. Il problema più grande per noi è stato quello della corrente elettrica con l’Enel che ha sistemato Polesine Camerini e Scardovari proprio oggi pomeriggio (ieri, ndr). È rimasta ancora qualche zona al buio a Ca’ Tiepolo e Ca’ Mello. Sono scese anche squadre di tecnici da Mestre per ripristinare il tutto, i Vigili del fuoco continuano a operare. La situazione ora è abbastanza buona, anche se sono preoccupato per il comparto ittico che è stato fortemente colpito e per le abitazioni senza tetto. Cose di questa portata non si erano mai viste».
Ultimo aggiornamento: 09:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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