Santa Maria sott'acqua in soli trenta minuti

Domenica 16 Settembre 2018 di Daniele Modica
Santa Maria sott'acqua in soli trenta minuti
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OCCHIOBELLO - Strade e scantinati allagati, illuminazione saltata, disagi. Il tutto accaduto nel giro di un'ora. Ieri mattina, una decina di minuti prima delle 7, la bomba d'acqua che si è abbattuta sui Occhiobello e Santa Maria Maddalena ha destato grande preoccupazione. I cittadini si sono svegliati sotto una pioggia battente, che ha costretto le auto a marciare a passo d'uomo immerse nell'acqua.
«Un evento eccezionale ha commentato il vice sindaco e assessore alle Politiche ambientali, Davide Diegoli - Quando accade c'è poco da fare». Quasi a voler stroncare  qualsiasi polemica ancora prima che nasca: «Stiamo parlando di dati importanti ribadisce- Non si possono prevenire questi danni».
Si tratterebbe infatti di 65 millimetri di pioggia in 30 minuti, l'equivalente di 65 litri per metro quadrato, con una intensità che a volte ha raggiunto i 245 millimetri orari. Tutto questo tenendo ben presente che la media delle precipitazioni di settembre si aggira intorno ai 52 millimetri. Insomma un'onda anomala, da arginare. Per quanto è possibile.
SANTA MARIA MADDALENAI disagi più grossi si sono avuti soprattutto nella frazione di Santa Maria Maddalena, dove molti sono stati bloccati in casa, anche se per breve tempo, o si sono rimboccati le maniche per svuotare la propria cantina. Il motivo è semplice: la fognatura di Occhiobello scarica a Santa Maria, e il gioco è fatto. Con una quantità d'acqua del genere immediatamente si riempiono le fogne, le vasche di laminazione (bacini creati appositamente per ridurre le portate di piena) e i seminterrati. «La fognatura ricorda l'assessore Diegoli è tarata per 40 millimetri di pioggia all'ora». Ne è caduta tre volte tanta. Le cinque pompe nei bacini di laminazione di via Mattarella, già oggetto di un progetto di ampliamento del 2015, sono servite solo a limitare un poco i danni.
BLACK-OUTAlcune vie sono rimaste senza rete elettrica, soprattutto nei pressi di via Berlinguer, con i tecnici Enel al lavoro tutta la mattina. Intorno alle 12 la situazione era già rientrata. Ma è stato uno sforzo titanico. Sono stati effettuati in totale 23 interventi da cinque squadre della Protezione civile, quattro squadre di vigili del fuoco di cui due da Adria, una da Castelmassa e una da Rovigo.
VOLONTARI MOBILITATI«La situazione è stata gestita egregiamente da parte di tutti coloro che sono intervenuti sottolinea Diegoli - Grazie a queste persone siamo riusciti a ripristinare la mobilità nella frazione. Dobbiamo davvero ringraziarli e fargli i nostri complimenti». Fin dai primi istanti molti cittadini hanno pubblicato sui social immagini e video del nubifragio, per scambiarsi informazioni, ma anche battute per stemperare le ansie: Ci siamo svegliati a Venezia stamattina! ha ironizzato qualcuno.
STATO D'ALLERTAOra sarà il caso di mantenere l'allerta: già per la settimana prossima sono attese precipitazioni importanti, che si spera non mettano in crisi il già precario sistema di trasporto fluviale e autostradale messo a punto dal Comune per studenti e lavoratori. Se è vero come è vero quello che dice l'assessore Diegoli, che cioè le cosiddette bombe d'acqua sono difficilmente prevedibili, almeno nella loro reale entità, è altresì tristemente noto quanto la provincia di Rovigo non sia nuova in fatto di allagamenti, anche per brevi, seppur intensi, fenomeni temporaleschi.
FENOMENO FREQUENTELa pioggia di ieri è un fatto che accade di rado durante l'anno, d'accordo, ma non è poi così insolito di questi tempi. Gli ultimi casi paradigmatici sono stati registrati l'8 e 9 giugno del 2016, il 16 maggio dello stesso anno, il 28 giugno 2017. Non decenni fa. E così alcuni cittadini in queste ore si sono sentiti in dovere di suggerire, seppur in maniera ufficiosa, un adeguamento del sistema fognario. Qualcosa può essere sicuramente fatto, e fatto in anticipo sugli eventi, cosa che sembra risultare molto difficile nel nostro Paese. Non a caso viene da pensare a Polesella, dove in questi giorni si è tornato a parlare di sistemare il ponte, già oggetto di numerose segnalazioni per lo stato di incuria in cui versa. Viene naturale chiedersi, forse con un po' di malizia: quanti altri viadotti Morandi devono accadere prima che si cominci a lavorare in anticipo sugli eventi?
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