Serre scoperchiate e colture distrutte: danni per milioni tra gli agricoltori

Domenica 22 Luglio 2018
Serre scoperchiate e colture distrutte: danni per milioni tra gli agricoltori
ROVIGO - In cinque giorni un doppio “schiaffo” meteorologico, che ha causato non pochi danni da un capo all’altro del Polesine. Più che la pioggia, intensa ma concentrata, i problemi maggiori li hanno creati le fortissime raffiche di vento e, dove è caduta, la grandine. I comuni dove si sogno segnalati i maggiori problemi causati dal maltempo sono quelli di Rovigo, Lendinara, Badia, Villanova del Ghebbo, Stienta, Loreo. E se a Rovigo, ancora nel primo pomeriggio di ieri, i vigili del fuoco erano ancora al lavoro per rimuovere il grosso ramo di un platano spezzatosi in viale Amendola, è Lendinara, insieme a Badia, ad aver registrato la più lunga conta dei danni. 
RAFFICHE DI VENTO
A Lendinara il vento ha fatto volare via alcuni dei lampioni in vetro, scaraventandoli a decine di metri, abbattendo, nelle zone più periferiche, anche qualche palo. Distrutto anche uno dei grandi vetri della tromba delle scale dell’ex ospedale, con un infisso caduto su un’auto in sosta. Il quarto d’ora scarso in cui è infuriata la bufera, ha visto cadere alberi a macchia di leopardo su tutto il territorio, due, grandissimi, anche in Riviera San Biagio, piegati su un fianco, paralleli all’argine, uno in via Valli, davanti alla nuova farmacia, che ha schiacciato una cancellata adagiandosi sulla strada, da una parte all’altra, uno in via Duca d’Aosta, davanti a Palazzo Ponzetti, sempre caduto in mezzo alla strada, bloccandola, così come in via Buffetti, ma anche nel giardino fra via De Gasperi e via San Rocco e nel parco romantico di villa Ca’ Dolfin-Marchiori. Alberi di ogni tipo, tigli, ippocastani, pini, abeti, cedri, acacie. Ha resistito ma ha pagato dazio anche l’albero simbolo di Lendinara, uno degli alberi più antichi di tutta la provincia, “l’alboron di San Rocco”, il maestoso esemplare di platano, alto quasi una quarantina di metri e con una circonferenza del tronco di quasi due metri e mezzo, con almeno 250 anni sulle spalle, che sabato ha perso gran parte della propria chioma, con rami e foglie spazzati via dal vento. Una situazione di pericolo che ha visto interrotto anche il traffico lungo la strada.
All’opera, oltre ai vigili del fuoco, anche i volontari della protezione civile, infaticabili, ai quali è andato il plauso dell’assessore Francesca Zeggio su Facebook a notte inoltrata: «Rientrati a mezzanotte dopo i tanti interventi effettuati anche in questa maledettissima giornata di maltempo di oggi. Una grazie alla nostra protezione civile che come volontari si sono resi indispensabili a supporto dei vigili del fuoco e alla polizia locale. Grazie al nostro sindaco che è sempre stato con loro e un grazie a tutti quei cittadini che hanno compreso, aiutato e sostenuto con il proprio lavoro, la nostra Lendinara».
CHIESA SCOPERCHIATA
E se il vento ha scoperchiato anche qualche garage e magazzino ed ha fatto volare via una parte delle tegole della chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo di Ramodipalo, già martoriata nel ‘93, la “bomba d’acqua” ha allagato anche molte strade, invadendo anche seminterrati e scantinati. In particolare, qualcuno punta il dito sulle idrovore dell’impianto di sollevamento di via Ca’ Morosini, che non avrebbero funzionato a dovere, probabilmente anche a causa del blackout elettrico. In via Duca d’Aosta, invece, appena asfaltata, non sono stati ancora riaperte le caditoie. «Le pompe erano funzionanti – rimarca il sindaco Luigi Viaro - e un tombino chiuso non credo abbia fatto la differenza in via Duca d’Aosta. I problemi erano ben altri, una straordinaria forza della natura, vento oltre cento chilometri all’ora, grandine e acqua straordinarie. Protezione civile e ditte private hanno fatto un lavoro encomiabile: in tre ore riaperte le vie della città interessate. Rendiamoci conto di quello che è successo, peggio di lunedì».
VERTICE IN MUNICIPIO
Il sindaco spiega che stamattina gli uffici verranno analizzate «le varie criticità per capire cosa si può fare per prevenire, anche se di fronte a queste situazioni è difficile. Certo che sul fronte della prevenzione il privato deve fare la propria parte, con il controllo degli alberi e il controllo di quello che si butta nelle caditoie». L’assessore all’Ambiente Lorenzo Valentini, da parte sua, rimarca che «i lavori eseguiti in questi quattro anni hanno dimostrato più volte l’efficacia, non sono assolutamente da mettere in discussione: la realtà dei fatti è che la natura è superiore alle azioni umane, questa purtroppo ne è la prova»
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