«Se il docente è empatico non gli sparano». La prof "impallinata" stronca la Littizzetto: «Così si tollera il bullismo in classe»

L'avvocato dell'insegnante dopo l’intervento: «La comica ha perso un’occasione per starsene zitta»

Martedì 24 Gennaio 2023
L'avvocato della docente dopo l’intervento: «Littizzetto ha perso un’occasione per starsene zitta»

ROVIGO - È polemica per le dichiarazioni di Luciana Littizzetto sulla vicenda della professoressa di Rovigo colpita alla testa da alcuni pallini sparati dai suoi studenti in classe.

La docente ha deciso di denunciare tutti gli alunni presenti al momento dell’episodio, avvenuto a ottobre all’istituto tecnico Viola Marchesini. 

Parla Tosca Sambinello l’avvocato della docente dopo l’intervento tagliente di Luciana Littizzetto su Radio Dj. «Littizzetto ha perso un’occasione per starsene zitta», ha detto la legale.
 

Cosa è successo?

La comica, in passato anche insegnante (prima di Musica e poi di Italiano), ai microfoni della trasmissione «La bomba» in onda sabato scorso su Radio Deejay, pur non giustificando il fattaccio, ha dichiarato: «Se il professore riesce a essere empatico non gli sparano in classe».

Dura la replica del vicepremier Matteo Salvini alla comica, con un post sui social: «Come si può solo pensare di dire una cosa del genere? A volte il silenzio è d’oro».


Parla Tosca Sambinello l’avvocato della docente dopo l’intervento tagliente di Luciana Littizzetto su Radio Dj. «Littizzetto ha perso un’occasione per starsene zitta», ha detto la legale.


Le polemiche

E lunedì è arrivata la risposta degli avvocati della professoressa di Scienze, Maria Cristina Finatti. «Mi auguro che sia stata una boutade delle sue perché, se la battuta è pensata, sta a significare che la signora “tollera” gli atti di bullismo in classe allorquando i docenti non siano stati in grado d’instaurare un rapporto empatico con gli alunni» ha replicato Sambinello, legale della docente assieme all’avvocato Nicola Rubiero

«La bellezza del saper tacere al momento opportuno non è mai stata lodata a sufficienza, ma si sa gli intellettuali di sinistra sono spesso pronti a dare lezioni di vita anche davanti a episodi simili che vanno ben oltre la maleducazione» ha commentato Antonio Rossini, consigliere comunale di opposizione nel capoluogo.

 



«Sarebbe bene non ironizzare su un episodio molto doloroso sia per l’insegnante coinvolta che per tutta la scuola. Pensare che i ragazzi di Rovigo abbiano sparato i pallini contro la professoressa per il fatto che quest’ultima non sarebbe stata empatica vuol dire trovare una giustificazione» ha dichiarato la capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Elisa Venturini che conclude: «Quando uno studente spara ad un insegnante non ci sono se e non ci sono ma. Educhiamo al rispetto sempre e comunque».

Così anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intervenuto già domenica sulle dichiarazioni della comica. Proprio Valditara oggi riceverà a Roma la preside del «Viola Marchesini», Isabella Sgarbi, convocata dopo l’indagine interna partita a livello scolastico.

«Sarà un incontro informativo in cui la dirigente andrà a riferire quanto accaduto dato che il ministro ha espresso la volontà di seguire personalmente il caso» ha precisato Roberto Natale che dirige l’Ufficio scolastico di Padova e Rovigo. Sul caso degli spari a scuola, Natale commenta così: «Va recuperato il valore del rispetto. Spesso i genitori si pongono in contrapposizione alla scuola ma spesso serve una collaborazione attiva e propositiva tra le due parti».
 


Le reazioni degli studenti

Il fatto risale a ormai tre mesi fa: un gruppo di ragazzi ha organizzato gli spari alla prof e filmato il tutto condividendolo sui social. Dopo il clamore mediatico a livello nazionale il Comitato studentesco dell’Itis ha rotto il silenzio: «Non si diventa consapevoli di un errore perché si riceve una punizione. Eppure nessuno alla televisione lo dice, nemmeno i più esperti. Tutti a puntare il dito verso la nostra scuola, senza intenzione di capire, di andare oltre il giustizialismo che ingrossa le polemiche, agita gli animi, aumenta l’audience, ma non educa mai». E ancora: «Provo rabbia e disprezzo», «Sono dispiaciuto nel vedere in tv tutto ciò», «Se fossi in lui cercherei un modo per rimediare». Sono solo alcuni dei pensieri dei ragazzi. «Solo pensieri, è vero, ma un pensiero può diventare un atteggiamento, se solo gli si concede il tempo di sedimentarsi nella coscienza — conclude il Comitato studentesco. Ma i media questo tempo non lo concedono, attaccano e ingigantiscono, sparano sentenze contro la nostra scuola, eccellenza del Veneto».

Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 10:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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