Chiede la mascherina per lavorare, licenziato un letturista di contatori del gas

Mercoledì 27 Maggio 2020 di Francesco Campi
Una immagine di archivio di un contatore del gas
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ROVIGO «Letturista chiede una mascherina per difendersi dal virus e l’azienda lo licenzia». È questo quello che denunciano la Filctem Cgil di Venezia guidata da Davide Camuccio e la Femca Cisl di Padova e Rovigo con il segretario Fabrizio Da Lio. Oltre al lavoratore licenziato, c’è stata anche la sospensione di altri tre letturisti, in base al numero di giorni di sciopero.

LA VICENDA
È l’amarissimo epilogo di una vicenda iniziata a metà marzo. I quattro, tutti veneziani, sono lavoratori della Fimm, un vero e proprio colosso della lettura dei contatori di acqua e gas, con sede a Rovigo, in via delle Industrie, che fa parte della galassia del Gruppo Costruzioni Dondi. Fimm nel gennaio 2018 si è aggiudicata la gara del servizio di lettura contatori di Italgas ed in questo ambito è maturato il tutto, in particolare relativamente alle letture in provincia di Venezia. Il 14 marzo, Filctem Cgil e Femca Cisl, con una dura nota avevano stigmatizzato il comportamento dell’azienda «che pur a fronte di solleciti da parte del sindacato non ha fatto nulla per tutelare i propri dipendenti contro il contagio». La quindicina di lavoratori impiegati nelle letture a Venezia e provincia, era stata la loro denuncia, «sono per tutto il giorno in giro per il territorio veneziano, usando anche mezzi pubblici, per controllare le letture del gas in giardini privati, condomini, se non entrando nelle case dei clienti. Da quando sono cominciati i decreti del Governo e per ultimo il più stringente dell’11 marzo l’azienda si è categoricamente rifiutata di ottemperare alla benché minima precauzione verso questi lavoratori. Abbiamo chiesto delle mascherine da usare in prossimità dei mezzi pubblici o nei condomini, abbiamo chiesto dei guanti in lattice visto la frequenza con cui si aprono e chiudono porte di accesso e campanelli, per non parlare di autobus o vaporetti. Abbiamo chiesto delle bottigliette di igienizzante per lavarsi frequentemente le mani. A queste minime richieste c’è stato un rifiuto. Come organizzazioni sindacali ci siamo presi la responsabilità di sospendere le attività di lettura contatori mettendo i lavoratori in stato di agitazione sino a quando non si mettano nella condizione di lavorare in sicurezza. Abbiamo inoltre inviato una lettera al prefetto di Rovigo per informarlo della situazione. Ci risulta che l’azienda abbia minacciato i lavoratori, considerandoli assenti ingiustificati».

LETTERA AL PREFETTO
Due giorni dopo, Camuccio e Da Lio, non essendo mutata la situazione nonostante lo sciopero, avevano scritto nuovamente al prefetto chiedendo la convocazione di un tavolo «per poter imporre all’azienda l’applicazione del protocollo condiviso di regolamentazione sulle misure per il contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro». La risposta della Fimm allo sciopero, spiegano ora i sindacati, «è stata il licenziamento di un lavoratore e la sospensione dal lavoro per diverse giornate di altri tre. La motivazione? Lo sciopero non ha rispettato la procedura prevista per i servizi essenziali, procedura che cinque mesi prima Fimm aveva negato». Camuccio e Da Lio definiscono «i provvedimenti disciplinari e il licenziamento degli atti gravi che ledono il diritto da parte dei lavoratori di astenersi dal lavoro in caso di grave pericolo per se stessi e per la comunità. Richiamiamo l’attenzione del prefetto di Rovigo e della committente, Italgas, perché intervengano con decisione verso un’azienda che ha ignorato, almeno sino fine marzo, le richieste di provvedimenti anticontagio andando contro il sentire comune e le disposizioni del Governo e della Regione Veneto nel periodo di maggior contagio».
Ultimo aggiornamento: 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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