Mostrato dopo il restauro il soffitto dipinto del duomo di Lendinara

Lunedì 26 Aprile 2021 di Ilaria Bellucco
La navata centrale di Santa Sofia a Lendinara dopo il restauro

LENDINARA - Più di duemila perni passanti tra i diversi strati e un lavoro certosino sulla parte pittorica fatto in quota hanno dato nuova vita ai soffitti dipinti della navata centrale di Santa Sofia. Ieri nel duomo si è tenuto un momento “inaugurale” in cui il parroco don Alberto Rimbano, insieme all’architetto Sergio Martinelli e al restauratore Massimo Tisato, ha svelato ai fedeli il soffitto da quasi otto anni coperto dalla rete metallica disposta nel 2013, dopo il primo distacco di parte dell’intonaco, per proteggere le persone.
«L’intervento ha richiesto undici mesi ed è una tappa importante all’interno di un progetto di restauro globale che stiamo portando avanti grazie ai contributi arrivati dalla Fondazione Cariparo e dalla Conferenza episcopale italiana – ha detto don Alberto – Stiamo cercando di capire se potremo usufruire di contributi delle amministrazioni pubbliche, e inoltre c’è l’aiuto dei fedeli che non manca». 
INTERVENTO COMPLESSO
Il parroco ha ringraziato chi ha lavorato all’opera: l’architetto Sergio Martinelli e lo studio Azzi per la progettazione, l’architetto Davide Zagato che ha diretto i lavori, la ditta Tisato di Verona che si è occupata del restauro e il geometra Alessandro Picelli, responsabile della sicurezza. Durante la presentazione, con gli intermezzi musicali del maestro Luca Tavian, pianista, e dal maestro Emanuele Marchi al violino, l’architetto Martinelli ha ripercorso momenti storici e autori delle decorazioni che ornano i soffitti del duomo. «Quelli della navata centrale sono opera del pittore bergamasco Tito Poloni, che ha lavorato a Sant’Antonio a Padova – ha spiegato – Si è fatto un intervento generalizzato e non limitato ai soli intonaci danneggiati, per avere la tranquillità di non avere distacchi in futuro. Grazie a due diversi contributi della Fondazione Cariparo e a uno della Cei abbiamo concluso questo restauro e ora partiranno i lavori all’esterno per il ripasso della copertura, importante per impedire infiltrazioni d’acqua. Siamo fiduciosi di poter completare l’intervento, dovremo cercare altri finanziamenti». 
Le tecniche utilizzate per il soffitto dipinto a mezzo fresco secco sono state spiegate da Massimo Tisato, capo del team di restauratori che hanno lavorato in quota, appesi con imbragatura e funi. «Il lavoro di consolidamento è stato fatto prima da sotto, l’intradosso, iniettando una sostanza consolidante, stuccando e tamponando, e poi da sopra, ovvero dall’estradosso, inserendo 80 perni passanti a “L” per metri quadro per ancorare i due pacchetti». Il sindaco Luigi Viaro ha assicurato la volontà dell’Amministrazione comunale di collaborare per il restauro delle parti esterne del duomo e del campanile. «Sarà un percorso che ci vedrà insieme, nei rispettivi ruoli, e speriamo anche nella sensibilità da parte dei cittadini». 
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