Legambiente: «Lo stato di salute del Po è buono, ma preoccupano composti chimici e siccità»

Mercoledì 15 Giugno 2022 di Marcello Bardini
"Operazione fiumi", rilevamenti di Legambiente sul Po

OCCHIOBELLO - Ha fatto tappa anche a Occhiobello la campagna di Legambiente “Operazione Fiumi” realizzata con Arpav. Grazie ai campioni raccolti da volontari, Legambiente ha potuto presentare lo stato di salute del Po. Da segnalare, però, nonostante l’importanza del tema e gli inviti capillari, l’assenza delle amministrazioni locali all’incontro. Oltre alla sindaca occhiobellese Sondra Coizzi e all’assessore Enrico Leccese , era infatti presente la sola amministrazione di Gaiba, con la vicesindaca Asia Trambaioli. A coordinare, Giulia Bacchiega di Legambiente Rovigo, che ha sottolineato fin da subito la difficoltà di prelevare campioni di acqua in un momento che vede la più grande “secca” del fiume Po in oltre 70 anni.
Presente anche Paola Fagioli di Legambiente Emilia Romagna, a ribadire come il modello ideale, nella visione del fiume, sia quello di un “Parco interregionale”: un esempio da incentivare, per aumentare il territorio protetto e adottare misure efficaci di tutela delle biodiversità, d’intesa con le altre aree protette già istituite lungo l’intera asta fluviale fino al delta. Il tutto, riducendo l’impatto dei cambiamenti climatici sugli habitat e le specie a rischio.

I DOSSIER

Non a caso, Fagioli ha anche citato uno degli ultimi dossier stilati da Legambiente, cioè la “Carovana dei ghiacciai”: nei prossimi decenni i ghiacciai delle Alpi al di sotto dei 3000 metri sono destinati a scomparire. Parlando poi dello studio in collaborazione con Arpav, secondo i dati raccolti nei sei punti monitorati, per i parametri di Escherichia Coli lo stato del Po è risultato buono, o comunque entro i limiti: il fiume si conferma in grado di ricevere apporti biologici senza pregiudicare la qualità delle sue acque. Eppure, non tutto è sotto controllo: lo stato chimico è penalizzato dalla presenza di concentrazioni medie di Pfos (composti chimici di origine sintetica) superiori ai limiti di legge. Tra gli inquinanti sono stati rilevati sette superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per diversi erbicidi: «Il governo deve intervenire molto presto – ha detto il presidente regionale di Legambiente Luigi Lazzaro - per regolamentare l’utilizzo dei prodotti chimici nei processi produttivi, che al di fuori del Veneto continuano ad essere usati ed immessi senza controlli».
Infine, l’associazione ha ribadito come non siano solo i livelli di Pfos a mettere in pericolo il fiume Po, ma anche il già citato stato di siccità: «Bisogna incrementare entro il 2030 le aree protette – ha dichiarato Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e biodiversità - e raggiungere i target previsti del 30% di territorio e di mare protetti, ma è anche importante utilizzare le risorse destinate al fiume in maniera efficace puntando su azioni di adattamento al cambiamento climatico». Legambiente ha dato appuntamento, a domenica 10 luglio, al Big Jump, la campagna europea European Rivers Network che prevede proprio un tuffo simbolico nel grande fiume per riportare l’attenzione sul tema.
 

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